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Italia e Spagna tra i Paesi che perdono ricchezza
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Le formule per misurare la ricchezza di un Paese possono essere molto diverse. Una di queste prende come riferimento il patrimonio netto delle famiglie, cioè il conteggio della ricchezza delle famiglie: il valore delle attività finanziarie (ad esempio le azioni) più le attività reali (come le abitazioni), meno i loro debiti.

I dati dell’UBS Global Wealth Report 2024 affermano che la ricchezza è cresciuta del 185% dal 2010 in Kazakistan, che si trova davanti alla Cina (185%) e al Qatar (157%). Al contrario, la Spagna (-1%), l'Italia (-4%), la Grecia (-20%) e il Giappone (-23%) presentano dati negativi sull'evoluzione della ricchezza delle famiglie.

Il Kazakistan è diventato un importante produttore di petrolio, uranio e altre risorse naturali. I dati della Banca Mondiale mostrano che anche il Pil del Kazakistan è aumentato in modo significativo dal 1990, passando da 27 miliardi di dollari a 261 miliardi di dollari nel 2023. Tutti i valori della ricchezza sono stati misurati in dollari.

Questo significativo aumento della ricchezza è probabilmente dovuto a diverse tendenze macroeconomiche, come l’occupazione nelle città che offrono generalmente salari più alti, l’apprezzamento del patrimonio immobiliare e un maggiore accesso ai servizi finanziari. 

Al contrario, molti Paesi europei sono stati gravemente colpiti dalla crisi del debito dell’Eurozona all’inizio degli anni 2010, che ha influito negativamente sui redditi delle famiglie e sull’accumulo di ricchezza. In questo quadro, Spagna (-1%), Italia (-4%) e Grecia (-20%) mostrano tassi negativi. Nel caso del Giappone, il Paese ha faticato a far crescere la propria economia dagli anni 2000, il che limita anche le opportunità di accumulare ricchezza.

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