È possibile installare una stufa a pellet in condominio? È un dubbio che sarà sicuramente sorto a molti condomini che, per risparmiare, cercano soluzioni per distaccarsi dal riscaldamento centralizzato dell’edificio.
La legge non vieta l’installazione di stufe a pellet in condominio, purché siano rispettate tutte le norme di sicurezza, in particolare sull’evacuazione dei fumi. Ancora, non è sempre necessaria l’approvazione da parte dell’assemblea.
Come mettere una stufa a pellet in un condominio?
Sempre più persone si stanno orientando verso la stufa a pellet per risparmiare sui costi di riscaldamento, negli ultimi anni in vorticosa ascesa, per via dell’aumento dei prezzi del gas e di altri combustibili fossili. Questa soluzione è infatti relativamente economica, abbastanza semplice da installare e può essere gestita in completa autonomia, a differenza del classico riscaldamento centralizzato. Ma quali informazioni sapere, prima di poterla installare in condominio?
È possibile installare la stufa a pellet in condominio?
Innanzitutto, è necessario rispondere a un dubbio diffuso: è possibile installare una stufa a pellet in condominio? Sebbene sia credenza comune che questa tipologia di riscaldamento non sia ammessa nei contesti condominiali, o che servano autorizzazioni specifiche, in realtà la legge:
- non prevede alcuna norma che impedisca ai residenti in condominio di installare una stufa a pellet;
- non vi è nessuna norma che vieta al singolo condomino di distaccarsi dal riscaldamento centralizzato dell’edificio.
Infatti, l’articolo 1118 del Codice Civile spiega, al quarto comma, che il singolo condomino può rinunciare al riscaldamento centralizzato, se con il distacco non si verificano squilibri di funzionamento per gli altri condomini o, ancora, un aggravio della loro spesa.
Per poter effettivamente predisporre l’apparecchio nel proprio appartamento, tuttavia, è necessario rispettare alcune indicazioni di sicurezza - ad esempio, relative allo scarico dei fumi - nonché controllare eventuali normative previste a livello regionale o comunale. Ancora, è utile scegliere la tipologia di stufa a pellet più adatta alle proprie esigenze.
Il regolamento condominiale può vietare la stufa a pellet?
Prima di procedere all’effettiva installazione della stufa a pellet, è utile domandarsi se il regolamento di condominio possa vietare al singolo una simile opportunità. In linea generale, il regolamento - o la stessa assemblea - non può categoricamente vietare il ricorso alle stufe a pellet. Tuttavia, vi sono dei casi da prendere in considerazione:
- se il divieto è stato approvato nel regolamento condominiale con voto unanime di tutti i condomini;
- se nel regolamento contrattuale, ovvero quello predisposto dal costruttore del condominio, vi sono specifiche limitazioni, ad esempio per ragioni di sicurezza o stabilità del condominio;
- se l’installazione prevede una modifica delle parti comuni del condominio, può essere necessaria l’approvazione dell’assemblea.
Se, di norma, il divieto nella maggior parte dei casi non può essere imposto, è però necessario prestare attenzione a come tecnicamente si realizza il progetto, poiché il condominio potrebbe bloccarlo per altri motivi, ad esempio per l’errata predisposizione delle canne fumarie.
La predisposizione della canna fumaria
Il primo elemento da considerare per l’installazione di una stufa a pellet in condominio è la configurazione della canna fumaria, affinché non solo non arrechi fastidio o danni agli altri residenti nell’edificio, ma sia anche a norma di legge.
Così come previsto dalla normativa UNI 10683, ci sono delle precise regole da rispettare per predisporre una simile forma di riscaldamento in casa. Innanzitutto, è necessario sapere che non è possibile collegare lo scarico della stufa a pellet alle canne fumarie condivise per il condominio, poiché questa tecnologia richiede uno scarico singolo per ogni apparecchio. Di conseguenza, ci si può orientare su due diverse soluzioni:
- per chi può installare una stufa a pellet all’ultimo piano del condominio, la soluzione più vantaggiosa è quella della canna fumaria interna, che scarica direttamente i fumi oltre il tetto tramite l’apertura di un’apposita fessura sul solaio;
- una canna fumaria da parete, quindi esterna e fissata con appositi ancoraggi, rispettando quanto previsto dalla normativa in materia di distanze.
Innanzitutto, si dovrà verificare che la canna fumaria da parete sia disposta ad almeno due metri dalle finestre e dalle porte di altre unità immobiliari. Dopodiché, lo scarico dei fumi dovrà avvenire comunque sempre sul tetto, prestando attenzione:
- all’installazione da impianti fotovoltaici, antenne paraboliche o altri ingombri, poiché potrebbero alterare il vortice di scarico dei fumi, causando problemi di sicurezza, così come previsto dalla normativa UNI 7129. È proprio per l’alterazione del vortice di scarico, ad esempio, che la stufa a pellet non funziona quando c’è molto vento;
- all’implementazione di scarichi a distanza di almeno 50 centimetri dagli altri comignoli presenti sul tetto;
- a predisporre uno scarico che, per conformazione delle correnti o altre ragioni, non comporti un trasporto dei fumi verso le finestre o gli accessi delle altre abitazioni.
Ancora, per la progettazione dei tubi e dei percorsi di scarico, è necessario verificare che:
- non vi siano alterazioni gravi alle parti comuni del condominio, in particolare impedendo che gli altri residenti se ne possano servire in egual modo, come prevede l’articolo 1102 del Codice Civile;
- non vi siano restrizioni architettoniche, ad esempio da piano regolatore comunale o perché edificio di interesse storico, sulla modifica delle facciate o dei muri perimetrali;
- non vi siano restrizioni da regolamento condominiale sempre inerenti alle facciate, come ad esempio sul decoro dello stabile oppure sulla sicurezza architettonica;
- non si comprometta la funzionalità e l’efficienza dell’impianto di riscaldamento centralizzato - o di qualsiasi altro impianto, come quello elettrico o per l’acqua sanitaria - in uso dagli altri condomini.
Dove scarica la stufa a pellet senza canna fumaria?
Ma è possibile utilizzare la stufa a pellet senza canna fumaria, così da superare eventuali limitazioni condominiali? Si tratta di una questione su cui spesso le credenze comuni si scontrano, con anche dei pericolosi rischi.
È infatti vietato installare sistemi di riscaldamento privi di adeguati sistemi di evacuazione dei fumi a tetto, come previsto dal D.Lgs. 152/2006. Di conseguenza, se si vuole installare una stufa a pellet che semplicemente è collegata all’esterno da un collettore che scarica a parete, non è possibile procedere. Ad esempio, lo scarico dei fumi della stufa pellet a balcone rappresenta un’installazione abusiva.
L’unica soluzione possibile, non potendo utilizzare la canna fumaria comune del condominio, è predisporne una interna se si ha accesso diretto al tetto o, come nel caso di una stufa a pellet in condominio al primo piano, predisporre la canna fumaria esterna dedicata a parete.
Dove non si può installare una stufa a pellet
Naturalmente, è utile anche conoscere quali siano i casi che rendono impossibile l’utilizzo di una stufa a pellet, si tratti di un’installazione in condominio oppure in edifici unifamiliari. Per quanto il risparmio sia notevole - per un’abitazione da 100 metri quadrati, il costo con la stufa pellet rimane decisamente minore al gas - a volte vi sono dei vincoli insormontabili.
In particolare, non si può scegliere questa tipologia di riscaldamento:
- nei locali privi di sufficiente ventilazione, come previsto dal D.M. 37/2008;
- nelle zone dove vi sono divieti e restrizioni a livello comunale. In particolare, le stufe a pellet e a legna sono spesso vietate nei comuni colpiti da alti tassi di inquinamento, a causa della forte densità abitativa;
- all’interno di edifici storici o di interesse pubblico, se la Sopraintendenza ai Beni Culturali ha espresso specifiche restrizioni per questa forma di riscaldamento o, ancora, sulla protezione delle facciate dall’implementazione di canne fumarie esterne.
Infine, è utile ricordare che la predisposizione di sistemi a pellet deve essere sempre eseguita da personale qualificato, con il rilascio della relativa dichiarazione di conformità, ai sensi del D.M. 37/2008.
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