Tra coloro che hanno avviato relativamente da poco la loro carriera professionale, e desiderano procedere all’acquisto di una casa, un dubbio si rende particolarmente frequente: “da quanto tempo devo lavorare, per avere un mutuo”? Si tratta di un quesito tutt’altro che banale, perché la stabilità lavorativa rappresenta uno dei parametri valutati dall’istituto di credito per concedere il finanziamento.
In linea generale, le tempistiche minime possono variare da una banca all’altra, anche in base alla posizione lavorativa: è quindi utile avvalersi di strumenti online per trovare il miglior mutuo, in relazione alle proprie capacità reddituali e il proprio storico professionale.
Quali sono i requisiti minimi per ottenere un mutuo
Prima di comprendere quanti anni di lavoro servano per poter comprare casa, è innanzitutto necessario ricordare quali siano i requisiti per poter ottenere un mutuo. In linea generale, le banche valutano la stabilità economica e reddituale del richiedente e, fatto non meno importante, le condizioni e il valore effettivo dell’immobile.
I requisiti generici del richiedente
Partendo proprio dalla situazione del richiedente, normalmente gli istituti di credito prendono in considerazione diversi fattori, prima di concedere un mutuo. Infatti, per le banche è fondamentale ridurre il più possibile il rischio di insolvenza, ovvero la probabilità che il cliente non restituisca il debito contratto. Di conseguenza, si valuterà:
- la stabilità reddituale del richiedente, che dovrà essere in grado di sostenere le rate del mutuo per tutta la sua durata. La banca analizzerà elementi come la continuità lavorativa e la tipologia di contratto;
- l’entità dell’importo richiesto, poiché non sempre le banche concedono finanziamenti, se la rata mensile del mutuo è superiore al 30-35% del reddito mensile netto. Di conseguenza, un lavoratore che riceve 2.000 euro netti mensili, potrà sostenere rate di massimo 600-700 euro;
- l’affidabilità creditizia, ovvero la storia del richiedente in relazione a precedenti finanziamenti, per accertarsi non sia un cattivo pagatore e non vi siano debiti insoluti. Per farlo, verranno condotte le opportune verifiche tramite il Sistema di Informazioni Creditizie (SIC), quale ad esempio il CRIF;
- la presenza di eventuali garanzie, come ad esempio altri immobili nella disponibilità del cliente, assicurazioni e polizze o, ancora, un garante che possa farsi carico del pagamento delle rate qualora il richiedente non fosse in grado di farlo.
Una precisazione a parte, riguarda l’età. Di solito, gli istituti di credito tendono a non concedere mutui se, al momento dell’estinzione del pagamento, il mutuatario supera i 75 anni, limite a volte superabile in presenza di specifiche garanzie. Allo stesso tempo, richiedenti troppo giovani o entrati da poco nel mercato del lavoro, potrebbero non offrire quella stabilità necessaria affinché la banca conceda il mutuo.
Le condizioni e il valore dell’immobile
Come già accennato, la banca non vaglierà soltanto le condizioni del richiedente, ma anche quelle dell’immobile, così come anche evidente dalla guida passo per passo al mutuo. Tramite apposita perizia da parte di un tecnico incaricato, l’istituto di credito si accerterà che la casa prescelta sia abitabile, agibile e non presenti abusi edilizi. Ancora, ne verrà valutato l’effettivo valore, in base non solo alle condizioni ma al luogo in cui si trova e alle caratteristiche tipiche del mercato di riferimento.
È inoltre fondamentale sapere che:
- in caso vi fosse una forte discrepanza tra il valore effettivo dell’immobile e la somma richiesta, le banche potrebbero negare l’erogazione del mutuo;
- difficilmente gli istituti di credito concedono mutui con Loan To Value - ovvero il rapporto tra il valore dell’immobile e l’importo richiesto - superiore all’80%, se non in presenza di garanzie aggiuntive, come ad esempio l’accesso al Fondo di Garanzia Consap per gli under 36.
Proprio in merito al Loan To Value, appare evidente che più si riesce ad abbassare questa percentuale attraverso fondi propri, maggiori saranno le probabilità di ottenere il finanziamento. Ma quanto bisogna avere in banca per ottenere un mutuo? La risposta è abbastanza semplice: almeno il 20% del valore dell’immobile. In altre parole, se la casa che si vuole acquistare vale 100.000 euro:
- la banca erogherà massimo 80.000 euro, cioè l’80% del valore dell’immobile;
- il cliente dovrà avere a disposizione 20.000 euro, cioè il restante 20%.
Gli anni di lavoro necessari per ottenere un mutuo
Definiti quali siano i requisiti minimi di un mutuo, è possibile concentrarsi sugli anni di lavoro necessari affinché il finanziamento venga approvato. È però indispensabile sottolineare che non esistono dei riferimenti che valgano per tutte le banche, bensì dei fattori - come la tipologia di posizione lavorativa - che possono favorirne la concessione.
Quanti anni di tempo indeterminato per un mutuo
Per quanto i contratti a tempo indeterminato siano quelli che rendono più probabile l’erogazione di un finanziamento immobiliare, poiché considerati più stabili nel tempo, non esiste una regola universale che stabilisca quanti anni di lavoro servano per ottenere un mutuo.
In linea generale, le banche potrebbero richiedere:
- un minimo di 6-12 mesi di stabilità lavorativa, escluso il periodo di prova, come requisito minimamente sufficiente;
- almeno due anni di lavoro continuativo come requisito più solido, soprattutto per lavoratori molto giovani o dal reddito medio basso.
Appare perciò evidente che, per coloro che richiedono un mutuo con contratto appena firmato, la situazione si complica. L’istituto di credito potrebbe infatti rifiutare la concessione o, ancora, imporre un periodo di osservazione variabile per verificare la stabilità del rapporto lavorativo. In alternativa, potrebbero essere richieste garanzie aggiuntive, come altri immobili, un garante o un cointestatario.
Gli anni necessari per i lavoratori a tempo determinato
Dal punto di vista delle banche, i lavoratori a tempo determinato si trovano in una condizione più sfavorevole, poiché non possono assicurare una stabilità lavorativa prolungata nel tempo. Questo non vuol dire, tuttavia, che non possano ottenere un mutuo. Ma quanti anni di lavoro sono necessari?
In linea puramente indicativa, gli istituti di credito potrebbero richiedere:
- una continuità lavorativa di almeno due anni;
- un contratto a tempo determinato con una durata residua di almeno 12-24 mesi al momento della richiesta;
- la presenza di un garante o altre forme di garanzia.
Va specificato che le richieste possono variare anche enormemente da un istituto di credito all’altro, di conseguenza è utile vagliare più banche contemporaneamente.
La storia lavorativa per il mutuo degli autonomi
Discorso simile anche per i lavoratori autonomi, come ad esempio coloro che operano in regime di Partita IVA, che dovranno sempre dimostrare una sufficiente continuità lavorativa. In linea generale, potrebbero essere richieste:
- le entrate degli ultimi due anni;
- eventuali garanzie aggiuntive, ad esempio assicurazioni professionali, sulla vita, altri immobili o un garante.
Molto dipende anche dalla capacità reddituale, nonché dalle entrate medie annuali. Anche in questo caso, la valutazione può variare enormemente da una banca all’altra.
Che tipo di contratto serve per il mutuo
Nei precedenti paragrafi, si è parlato delle tempistiche di lavoro medie richieste dalle banche per ottenere un mutuo, in relazione a diverse tipologie di contratto. Ma serve un contratto specifico per un finanziamento immobiliare?
In realtà, non proprio: le banche, come già spiegato, valutano la stabilità economica e reddituale, la tipologia di contratto è semmai utile a dimostrare questa stessa stabilità. Di conseguenza, in presenza dei dovuti requisiti, si potrà sperare di vedersi approvato il finanziamento:
- con un contratto a tempo determinato, poiché garantisce stabilità nel tempo e riduce i rischi di insolvenza;
- un contratto di apprendistato, meglio se con l’impegno scritto del datore di lavoro di trasformarlo in un contratto a tempo indeterminato alla scadenza;
- un contratto flessibile, come quello dei lavoratori a progetto, purché venga dimostrata una sufficiente stabilità delle entrate;
- un contratto di somministrazione, come quello offerto dalle agenzie interinali, sempre se con entrate stabili nel tempo;
- un lavoro da autonomo o in partita IVA, se con almeno due anni di attività documentata e con entrate sufficienti.
In tutti questi casi, potrebbe essere comunque indispensabile la presenza di un garante o di altre garanzie reali: il consiglio è quindi di informarsi presso la banca prescelta, preventivamente alla stessa richiesta di mutuo.
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