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Florian Fuchs, CC-BY-SA 3.0 Wikimedia commons

Il settore turistico italiano conferma segnali di vitalità, ma continua a mostrarsi vulnerabile sotto il profilo della stabilità finanziaria. Secondo l’ultimo Osservatorio CRIF sulle Imprese, nei primi tre mesi del 2025 i finanziamenti concessi alle aziende del comparto sono aumentati del 20,1% rispetto allo stesso periodo del 2024, una crescita nettamente superiore alla media delle società di capitali italiane (+8,6%).

Credito in aumento, ma con rischi elevati

L’espansione dei flussi creditizi riflette il dinamismo del comparto, trainato dal ritorno massiccio dei turisti dopo gli anni critici della pandemia. Tuttavia, il turismo rimane un settore fragile e caratterizzato da alti livelli di rischio. Alla fine del 2024 il tasso di default delle società di capitali legate al turismo si attestava al 4%, ben al di sopra della media nazionale (2,74%). Le previsioni per il 2025 indicano un ulteriore incremento dello 0,5%.

Le difficoltà strutturali non mancano: dalla scarsità di personale qualificato alla necessità di investimenti continui per rinnovare l’offerta, senza dimenticare l’incertezza legata al contesto economico globale e agli effetti del cambiamento climatico.

Pagamenti in ritardo: turismo fanalino di coda

Anche sul fronte dei pagamenti commerciali emergono criticità. A giugno 2025 solo il 26,4% delle imprese turistiche rispettava le scadenze con puntualità, contro il 44% della media italiana. Il 19,4% del settore paga con oltre 30 giorni di ritardo e il 6,2% supera i 90 giorni. I ristoratori risultano i più in difficoltà: tre imprese su quattro registrano ritardi, con picchi del 6,8% oltre i tre mesi.

Bilanci sotto pressione, ma liquidità in miglioramento

L’analisi dei bilanci 2023 conferma come il turismo presenti una leva finanziaria più elevata della media nazionale (5x contro 3x), nonostante un miglioramento rispetto al periodo pandemico. Anche la copertura degli interessi si mostra meno solida (9x contro 12x della mediana italiana), mentre la liquidità risulta sorprendentemente più elevata (170% contro 130%), anche grazie a modelli di business che prevedono acconti anticipati, in particolare per agenzie di viaggio.

Un settore vitale per l’Italia

In Italia operano circa 415 mila imprese turistiche: 342 mila nella ristorazione, 56 mila nell’accoglienza e 16 mila tra agenzie e tour operator. Il 45% è costituito da ditte individuali, mentre le società di capitali rappresentano il 32%. Più di un terzo delle attività è concentrato nel Mezzogiorno e nelle Isole, con la Lombardia, il Lazio e la Campania in testa per numero di aziende.

Le prospettive per il settore turistico

Nonostante la crescita dei flussi turistici e l’aumento dei finanziamenti, il comparto continua a muoversi su un terreno instabile. “Il 2024 ha segnato un ritorno alla normalità per il turismo – commenta Luca D’Amico, CEO di CRIF Ratings – ma le fragilità restano evidenti. Le attese per la fine del 2025 sono di un ulteriore incremento dei tassi di default, seppur con minore intensità rispetto ad altri settori dell’economia nazionale”.

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