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Biella - Michael Musto, CC BY-SA 4.0 Wikimedia commons

Il mercato delle abitazioni in Italia continua a mostrare segni di vitalità. Nel primo semestre del 2025 le compravendite residenziali hanno raggiunto quasi 373.000 transazioni, con una crescita del +9,3% rispetto allo stesso periodo del 2024. A trainare il mercato, come sempre, sono Milano, Roma e Torino in termini assoluti; ma se si guarda al rapporto tra vendite e popolazione maggiorenne, il quadro cambia radicalmente. 

Secondo l’analisi di Abitare Co., società specializzata in intermediazione e nuove costruzioni, le città più dinamiche non sono le grandi metropoli, bensì i centri medio-piccoli.

Secondo l’analisi di Abitare Co., società specializzata in intermediazione e nuove costruzioni, le città più dinamiche non sono le grandi metropoli, bensì i centri medio-piccoli. Biella conquista il primato nazionale con 121 compravendite ogni 10.000 residenti maggiorenni, seguita da Ravenna (110) e Torino (107). Sul podio figurano anche Lodi e Sondrio (105), mentre Milano, pur restando tra le più attive, si ferma a 103 compravendite ogni 10.000 abitanti.

All’estremo opposto, il mercato appare più statico a Pesaro (20), Reggio Calabria (42) e Potenza (44). Tra le grandi città, soltanto Torino e Milano riescono a entrare nella top ten nazionale. Le altre metropoli scivolano più in basso: Genova è 17ª con 94 compravendite ogni 10.000 adulti, Bologna 30ª (87), Roma 51ª (78), Firenze 57ª (75), Palermo 73ª (68) e Napoli addirittura 85ª con 54.

A livello regionale, la Valle d’Aosta è la sorpresa dell’anno. Con 118 compravendite ogni 10.000 residenti maggiorenni e una crescita del +15,3% sul 2024, conquista il primo posto assoluto in rapporto alla popolazione. Seguono il Piemonte (94) e la Lombardia (93), che pur restando leader in termini di volume totale — con quasi 79.000 transazioni — mostra un ritmo più contenuto. Più indietro il Lazio, che scivola al settimo posto con 75 compravendite per 10.000 abitanti, mentre chiudono la classifica Basilicata (43), Campania (47) e Liguria, fanalino di coda con appena 11.

“Per capire davvero quanto si muove il mercato immobiliare – spiega Giuseppe Crupi, CEO di Abitare Co. – non basta contare le case vendute: è essenziale rapportare le transazioni ai potenziali acquirenti, cioè ai residenti maggiorenni. In questo modo si misura la vivacità reale di un territorio.”

L’analisi evidenzia un’Italia immobiliare “a due velocità”. Da un lato le grandi città, dove il mercato resta solido ma cresce più lentamente; dall’altro, una rete di centri medio-piccoli, spesso periferici, che stanno beneficiando di prezzi più accessibili, maggiore qualità della vita e dell’impatto del lavoro ibrido o da remoto.

Un esempio lampante arriva proprio dalla Valle d’Aosta, dove il dinamismo del mercato è alimentato anche dalla domanda turistica e dall’acquisto di seconde case. Ma anche realtà come Ravenna (+15,5%), Sondrio (+66,7%) o Grosseto (+31,2%) confermano la tendenza: le città di provincia italiane stanno diventando i nuovi poli di attrazione per chi cerca casa.

Nel complesso, osserva Crupi, “il mercato mostra segnali di consolidamento e fiducia. Gli investimenti residenziali si orientano sempre più verso territori con equilibrio tra accessibilità, servizi e qualità ambientale”.

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