"In Italia le imposte che gravano sulla ricchezza esistono già. Nel 2024, ad esempio, hanno garantito all'erario 51,2 miliardi di euro e negli ultimi 20 anni". A dirlo in una nota ufficiale la Cgia di Mestre, che ha affermato come la voce che pesa di più oggi sia l'IMU. Inoltre afferma l'associazione, ciò che serve oggi è una lotta vera all'evasione fiscale.
L'IMU è pari al 45% del gettito delle patrimoniali
La voce che pesa di più, rileva Cgia, è l'Imposta Municipale Unica (IMU). L'anno scorso il prelievo è stato pari a 23 miliardi di euro, pari al 45 per cento del gettito totale delle patrimoniali. Seguono l'imposta di bollo con 8,9 miliardi, il bollo auto con 7,5 miliardi e l'imposta di registro con 6,1 miliardi di euro.
La Cgia rileva poi che nel Documento programmatico di finanza pubblica 2025 la pressione fiscale è prevista quest'anno al 42,8 per cento, 0,3 punti in più del 2024 e 1,1 punti sopra il dato 2022. Ma questo aumento, secondo l'Ufficio Studi, non si è scaricato sulle famiglie.
Il peso dell'evasione fiscale
Nel 2022 l'evasione fiscale in Italia ammontava a 102,5 miliardi. In termine di propensione all'evasione (evasione in rapporto alla ricchezza prodotta) la classifica è la seguente:
- Calabria (20,9 per cento pari a 3,1 miliardi di evasione)
- Puglia (18,9 per cento per 6,8 miliardi di mancato gettito)
- Campania (18,5 per cento per 9,4 miliardi evasi)
In termini assoluti al primo posto c'è la Lombardia con un mancato gettito pari a 16,7 miliardi di euro.
Secondo Cgia "Forse sarebbe il caso di recuperare le risorse necessarie per finanziare la scuola, la sanità e il sociale contrastando seriamente l'evasione fiscale, in particolare nelle aree del Paese dove la propensione è più diffusa e razionalizzando la spesa pubblica, attraverso il taglio degli sprechi, degli sperperi e delle inefficienze".
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