Uno scrigno di storia antica a disposizione di tutta la città. Il Drugstore Museum, che fa parte del circuito della Necropoli Portuense a Roma, è un museo che ospita mostre di arte contemporanea, oltre a laboratori e corsi per adulti e bambini. Tutte le attività sono gratuite e a completa disposizione della cittadinanza e dei turisti. Per raccontarlo al meglio, idealista/news ha visitato l’area e ha raccolto la testimonianza del direttore del Drugstore Museum Alessio De Cristofaro e della soprintendente speciale di Roma Daniela Porra.
Il Drugstore Museum fa parte del Circuito Necropoli Portuense, un percorso territoriale incastonato nel tessuto urbano della periferia storica del quadrante Ovest di Roma. È uno dei quattro luoghi della cultura che costituiscono l’intero circuito – ha spiegato il direttore del Drugstore Museum Alessio De Cristofaro – gli altri tre sono la tomba dell’airone di via Ravizza, l’area archeologica di Pozzo Pantaleo e la necropoli di Vigna Pia”.
Il museo si trova nel piano commerciale dello stabile di via Portuense 317. Proprio in occasione dei lavori per la costruzione del palazzo, nel 1967, vennero ritrovati alcuni sepolcri imperiali della necropoli Portuense. Così, si decise di conservare tali reperti inglobandoli nel basement dell’edificio, fino a quando, negli anni ’80, si tentò un pionieristico tentativo di valorizzazione, integrandoli in quello che fu il primo drugstore d’Italia (il primo supermercato aperto 24 ore al giorno), che però fallì negli anni ’90.
Successivamente venne stipulato un accordo con la Soprintendenza Archeologica di Roma per trasformare l’area in un museo di proprietà demaniale. Tra il 2006 e il 2015, infatti, sono stati realizzati importanti restauri e adeguamenti funzionali della struttura per realizzare il Drugstore Museum come lo conosciamo oggi.
Anche per questo, come ha spiegato il direttore del Drugstore Museum Alessio De Cristofaro si è deciso “di lasciare il nome Drugstore, perché questa componente della sua storia recente appartiene alla memoria del luogo”.
La Necropoli Portuense, come ha raccontato De Cristofaro, “ospita prevalentemente gli abitanti dell’antico quartiere del Trastevere, che era la quattordicesima regione della città antica, in questa zona si sviluppava la via campana, che collegava con la zona del porto, l’attuale Fiumicino”.
La missione del Drugstore Museum è quella di “costruire attraverso questi luoghi una eredità culturale e una comunità di eredità, coinvolgendo tutta la cittadinanza attraverso l’erogazione di una serie di servizi – commenta De Cristofaro – che sono corsi di formazione permanente per adulti, corsi di educazione al patrimonio per bambini e studenti di scuole medie e superiori, progetti di ricerca e tutta una serie di mostre, conferenze ed eventi”.
Attualmente il Drugstore ospita la mostra ‘Virus Group. Napoli New York Corviale’, dedicata a uno dei primi collettivi italiani impegnati nel campo dell’arte pubblica, da anni attivo coi propri studi al Corviale. L’iniziativa si apre alla cittadinanza con laboratori tenuti dagli artisti stessi, ed eventi teatrali e musicali di performers che hanno condiviso esperienze con il gruppo e lezioni di arte contemporanea.
La mostra è curata da Daniela Porro, Alessio De Cristofaro e Jonathan Giustini. Una delle curatrici, e soprintendente speciale di Roma, Daniela Porro ha presentato l’esposizione a idealista/news: “Virus Group è un collettivo di artisti di arte pubblica, che affonda le proprie radici nella Napoli degli anni 70, lavora a New York e poi approda a Roma a Corviale, in un atelier dove realizzano opere in stretta sinergia con le persone che abitano nel ‘Serpentone’, quindi sono artisti contemporanei”.
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