Dal lato di soli 54 centimetri, questo palazzo fu costruito su un piccolo terreno da Alessandro Antonelli, famoso architetto della Mole.
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fetta di polenta
Emanuele, CC BY-SA 2.0 Wikimedia commons

Torino è una città monumentale fatta di grandi edifici come il Palazzo Reale o la Mole Antonelliana, tuttavia esistono anche casi diametralmente opposti, ma altrettanto curiosi. Il Palazzo Fetta di Polenta, anche noto come Casa Scaccabarozzi, è un esperimento audace nel cuore del quartiere Vanchiglia. Il lato più stretto misura solo 54 centimetri e attira subito la curiosità di chi vi passa davanti.

La storia di Casa Scaccabarozzi

Il palazzo Fetta di Polenta venne curiosamente progettato da Alessandro Antonelli, lo stesso genio della Mole Antonelliana, che oggi ospita il Museo del Cinema. Il nome “Scaccabarozzi” rimanda alla moglie dell’architetto, Francesca Scaccabarozzi, legata all’acquisto del lotto: da qui l’intitolazione ufficiale dell’immobile. L’origine del soprannome “Fetta di Polenta” è invece abbastanza chiara: la sua forma e l’iniziale colorazione gialla ricordavano proprio una gustosa fetta di polenta.

La costruzione sarebbe servita come residenza all’architetto e alla moglie. Indispettito per non aver ottenuto un terreno attiguo, decide comunque di comprare questa piccola porzione per mettersi alla prova in un progetto unico. L’idea, infatti, era quella di sfruttare ogni spazio a disposizione e prevedere un appartamento per ogni piano. Attualmente, dopo un passaggio in asta giudiziaria, è stato oggetto di restauro conservativo sotto il controllo della Soprintendenza.

palazzo fetta di polenta
Pequod76, CC BY-SA 4.0 Wikimedia commons

Chi vive attualmente nella "Fetta di Polenta"?

Oggi il palazzo Fetta di Polenta è di proprietà privata e mantiene una destinazione d’uso principalmente residenziale, con piccole unità distribuite sui vari piani. In anni recenti una porzione è stata utilizzata anche come spazio espositivo dalla Galleria Franco Noero, con aperture temporanee e visite su appuntamento. 

Quali sono le misure del Palazzo Fetta di Polenta

La pianta è un trapezio molto acuto, tanto che il lato più stretto raggiunge appena 54 centimetri. Nonostante ciò, l’edificio si sviluppa in altezza per ben 9 piani, sfiorando i 24 metri, con una distribuzione interna studiata al millimetro. Infatti, il palazzo si sviluppa per 16 metri lungo via Giulia di Barolo, 4,35 metri su corso San Maurizio, e, appunto, 54 centimetri sul lato corto.

La scala a forbice—due rampe che si intersecano in un vano stretto—riduce gli ingombri e migliora l’accessibilità dei piani. Le grandi finestre portano luce e aria all’interno, permettendo anche di far salire e scendere carichi voluminosi, mentre i ballatoi e i piccoli pianerottoli razionalizzano i percorsi. 

palazzo fetta di polenta
Pequod76, CC BY-SA 4.0 Wikimedia commons

Dove si trova il Palazzo Fetta di Polenta a Torino

La Fetta di Polenta si trova nel quartiere Vanchiglia, all’angolo tra via Giulia di Barolo e corso San Maurizio, a due passi dalla Mole Antonelliana e dal Po. In particolare, può essere raggiunta:

  • A piedi: dalla Mole Antonelliana bastano pochi minuti lungo via Montebello e corso San Maurizio.
  • In tram/bus (GTT): la fermata di riferimento è quella di Giulia di Barolo ed è servita dal tram 16 CS e dagli autobus numero 24, 93/, E68.
palazzo fetta di polenta
TheSlice, CC BY-SA 4.0 Wikimedia commons

Vivere a Vanchiglia

Vanchiglia è un quartiere vivace e in trasformazione, a ridosso del centro e del fiume. Qui convivono case storiche, piccoli laboratori, atelier, locali e spazi culturali. Vivere a Vanchiglia è quindi un mix che attrae studenti, creativi e famiglie alla ricerca di servizi e tranquillità. 

La prossimità alla Mole Antonelliana e alle aree verdi lungo il Po rende la zona piacevole anche per chi ama muoversi a piedi o in bici. Ottima anche la situazione dei trasporti, con numerosi bus e tram che passano in zona. Non ti resta che scoprire con idealista gli ultimi annunci per case in vendita o in affitto nel quartiere:

vivere a vanchiglia
Albrecht Köhler, CC BY-SA 4.0 Wikimedia commons
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