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Aste immobiliari, trend e previsioni fino al 2023
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Come è andato il 2021 delle aste immobiliari? Secondo Reviva, la società specializzata in vivacizzazione delle aste, l’anno che va a concludersi registra 185.555 aste immobiliari in tutta Italia riferite a 126.425 lotti in vendita: un valore apparentemente positivo, ma che nasconde una grave perdita per tutto il settore.

Aste immobiliari, la svalutazione degli asset

Sono infatti 206.367 mila le aste registrate in meno da inizio pandemia, con un valore stimato delle vendite mancate di 8 miliardi di euro. C’è quindi stato sì un aumento del numero delle aste del 58% rispetto al 2020, anno in cui per diversi mesi i tribunali hanno sospeso le attività di vendita, ma ciò denota ancora un -27% rispetto al 2019. Cambia, inoltre, la natura degli immobili in asta: il 38,7% di questi, infatti, è di tipo non residenziale (laboratori, uffici, locali commerciali, alberghi ecc), e quindi più difficile da vendere, provocando un’ulteriore perdita di liquidità.

“Nel 2019 il ribasso dei prezzi aveva bruciato 3,4 miliardi, con una svalutazione media del 29%. Quest’anno, invece, la svalutazione complessiva è più bassa, di 2,5 miliardi, ma il dato curioso è che, a livello di percentuali, gli immobili si sono svalutati del 30%. Questo significa che comunque le procedure hanno cercato di standardizzare dei ribassi più marcati.” - aggiunge Giulio Licenza, Co-founder di Reviva.

Il futuro delle aste immobiliari in Italia

Come saranno i prossimi anni per le aste immobiliari in Italia? Dal 2023, secondo Reviva, inizieranno ad aumentare nuovamente le procedure iscritte, frutto anche dei nuovi default, e sarà quindi possibile vedere un maggior numero di immobili in asta. Cosa sarà necessario, però, per far riprendere a pieno regime questo settore? Sicuramente occorrerà implementare gli asset tecnologici per industrializzare i processi e permettere alle risorse umane di focalizzarsi solo sulle attività di alto valore. Inoltre, bisognerà migliorare le competenze e gli strumenti di marketing, per far sì che, di fronte a una nuova offerta, non calino le vendite e di conseguenza i prezzi.

“Ci aspettiamo che nel 2022 si ritorni a volumi vicini a quelli del 2019: infatti gli ultimi due mesi del 2021 hanno visto un volume di aste fissate molto vicino agli ultimi due mesi del 2019, cosa che salvo ulteriori misure restrittive, ci fa ben sperare di essere indirizzati verso un periodo di “nuova” normalità. A partire dal 2023 ci aspettiamo invece un ulteriore aumento delle procedure esecutive e delle nuove aste, dovute all’aumento degli NPLs causati dalla pandemia”. - commenta Giulio Licenza, Co-founder di Reviva.

Il futuro delle aste, infine, è telematico: dall’inizio della pandemia, infatti, è stato registrato un aumento medio del +185% di aste svolte in modalità telematica o mista, rispetto alle aste in presenza fisica. Un dato che fotografa chiaramente la tendenza al lavoro da remoto, che ha avuto un forte sprint durante la pandemia, e che seppure le vendite telematiche conservino ancora un iter piuttosto articolato e burocratico, ci auguriamo possano portare anche ad una maggiore dimestichezza verso una modalità di acquisto più digitale.

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