Originaria dell’Asia, la pianta di cachi è popolarissima anche in Italia, così come i suoi frutti dolcissimi. La pianta Diospyros kaki, com’è nota scientificamente, è apprezzata per i suoi frutti vellutati, la crescita lenta ma vigorosa e la capacità di impreziosire ogni giardino. Ma è possibile coltivare la pianta di cachi in casa? Assolutamente sì, con i giusti consigli.
Dove e quando piantare il cachi?
Il segreto per ottenere un albero rigoglioso che possa regalare in futuro frutti succosi è forse nel suo posizionamento. Questo albero predilige posizioni soleggiate, tendenzialmente riparate dai venti freddi e dove il drenaggio del terreno sia buono. Un’esposizione a sud o sud-ovest è quindi ideale, poiché assicura alla pianta il massimo apporto di luce durante tutto l’anno, favorendo sia la fioritura che la maturazione dei frutti.
Per quanto riguarda il periodo di impianto, il momento migliore è tra la fine dell’autunno e l’inizio della primavera, poiché in questo momento la pianta è in riposo vegetativo. In particolare, da novembre a marzo puoi piantare il cachi in piena terra, mentre le piante in vaso possono essere messe a dimora anche in altri periodi, purché il terreno non sia gelato o troppo asciutto.
Un’altra considerazione importante riguarda la distanza di impianto: la pianta di cachi può raggiungere dimensioni notevoli, quindi è consigliabile lasciare almeno 4-5 metri tra un esemplare e l’altro per permettere una corretta espansione dell’albero e la diffusione di luce e aria.
Si può coltivare un cachi in vaso?
Nonostante il cachi cresca fino a diventare imponente, nelle sue prime fasi può crescere anche in vaso. Questa soluzione è ideale per chi dispone solo di un terrazzo o di un piccolo spazio esterno, oppure per chi vive in zone dove il clima invernale è particolarmente rigido e desidera proteggere la pianta dal freddo.
Per ottenere buoni risultati, è fondamentale scegliere un vaso ampio e profondo (almeno 50-60 cm di diametro), dotato di fori per il drenaggio. Il substrato deve essere fertile, ben drenato e arricchito con compost o letame maturo. In alternativa, si può anche scegliere una varietà adatta alla coltivazione in vaso, come quelle a crescita contenuta o messe su portainnesti nanizzanti.
Quanto ci mette un albero di cachi a crescere
Piantare un cachi e prendersene cura anno dopo anno significa avere la consapevolezza delle sue dimensioni future. In generale, la pianta di cachi inizia a mostrare una crescita significativa già dal secondo anno dopo la messa a dimora, soprattutto se le condizioni ambientali sono favorevoli e le cure sono costanti. Tuttavia, il vero sviluppo della chioma e delle radici si manifesta tra il terzo e il quinto anno, periodo in cui l’albero si struttura e comincia a prepararsi per la fruttificazione.
Tuttavia, il cachi è una specie a crescita lenta rispetto ad altri alberi da frutto: questo significa che, pur crescendo costantemente ogni stagione, impiega diversi anni per raggiungere la sua dimensione definitiva e produrre frutti in abbondanza. D’altra parte, l’attesa sarà ripagata, in quanto il cachi vive tantissimi anni.
Ma quanto escono i primi frutti? Dopo il quinto anno, la quantità e la qualità dei frutti aumentano sensibilmente, raggiungendo la piena maturità produttiva tra il settimo e il decimo anno. Le piante ottenute da seme possono impiegare molto più tempo – anche oltre 8-10 anni – prima di fruttificare, motivo per cui si consiglia sempre di scegliere esemplari innestati.
Quali sono i cachi più buoni? Le migliori varietà da coltivare
Ogni varietà di cachi ha i suoi vantaggi. Non a caso viene definito dalle popolazioni cinesi “albero delle sette virtù” in quanto vive a lungo, offre ombra, permette agli uccelli di nidificare, è immune ai parassiti, le sue foglie sono decorative, il legno brucia bene e le foglie che cadono sono concimanti.
Tuttavia, per una coltivazione domestica alcune cultivar sono più facili da curare e redditizie di altre. Fra queste:
- Cachi Comune: la varietà tradizionale più diffusa, caratterizzata da frutti grandi, polpa morbida e dolcissima a completa maturazione.
- Kaki Vaniglia: la polpa è particolarmente dolce e aromatica, con frutti di media grandezza e buccia sottile.
- Kaki Mela (Fuyu): varietà che si può gustare anche quando la polpa è ancora soda e croccante, simile a una mela.
- Rojo Brillante: originario della Spagna, produce frutti molto grandi dal colore arancio intenso.
- Kaki Cioccolatino: la sua caratteristica risiede nella polpa ambrata con venature scure e un gusto che ricorda il cioccolato.
Cosa fare se il cachi non fa frutti o li perde
Anche se si seguono tutte le buone pratiche per coltivare l’albero di cachi, potrebbe comunque avere delle difficoltà a fruttificare. Se il cachi non produce frutti o li perde prematuramente, dovrai prima di tutto valutare la sua età: nei primi anni dopo l’impianto, la produzione può essere scarsa o addirittura assente. Se invece la pianta è adulta, la scarsa o nulla produzione di frutta potrebbe dipendere da:
- Impollinazione insufficiente: alcune varietà di cachi sono autosterili e necessitano della presenza di un’altra pianta compatibile per favorire l’impollinazione e la formazione dei frutti.
- Condizioni climatiche avverse: gelate inaspettate in primavera, sbalzi termici o venti forti possono danneggiare i fiori o i giovani frutti.
- Carenze nutrizionali: un terreno povero di elementi essenziali (come azoto, potassio e microelementi) può compromettere la fioritura e la maturazione dei frutti.
- Irrigazione scorretta: attenzione all’eccesso o alla carenza d’acqua, circostanze che possono provocare stress alla pianta.
- Potature: tagli troppo drastici o fatti nel momento sbagliato possono ridurre la formazione dei rami fruttiferi.
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