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C'è tempo fino al 6 marzo 2019 per l'adeguamento delle Regioni alla normativa sui "condhotel”, le strutture ricettive a destinazione mista alberghiera e residenziale che nascono dalla riqualificazione di strutture esistenti e rendono abitabili da inquilini fissi o proprietari una parte delle camere. Vediamo cosa dice il decreto relativo.

Condhotel: la legge

Dallo scorso 21 marzo è entrato in vigore il decreto del presidente del Consiglio dei ministri 22 gennaio 2018 n. 13 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 6 marzo). La norma è giunta dopo tre anni dal Decreto Sblocca Italia, che ne prevedeva inizialmente la costituzione. Il decreto fissa la definizione delle condizioni per l’esercizio dei condhotel e delle modalità per definirne la destinazione d’uso, anche in caso di necessari interventi edilizi.

Cosa sono i condhotel

L’introduzione del condhotel è una buona opportunità per gli hotel che, riqualificandosi, possono accedere a nuova liquidità attraverso la vendita o l’affitto di parti dell’edificio. Per questo il decreto prevede iter semplificati per le conversioni d’uso e per le riqualificazioni edilizie, e un credito d’imposta del 65% sugli interventi necessari. Per essere definito condhotel, una struttura deve avere almeno sette camere destinate alla ricezione alberghiera, e  non oltre il 40% della superficie destinata ad uso abitativo. Le unità abitative devono avere cucina autonoma, mentre devono condividere il servizio di reception e altri servizi che devono essere disponibili per tutti. Possono esservi anche appartamenti sparsi, purchè entro un raggio di 200 metri dal luogo del check in.

Condhotel: il ruolo delle Regioni

Il decreto 13/2018 assegna alle Regioni – che dovranno adeguarsi entro il 6 marzo 2019 -  il ruolo di investire nei condhotel come opportunità di riqualificazione di zone in degrado urbano e di investimento. Alle Regioni spetta infatti il compito di facilitare la costituzione dei condhotel, rimuovendo i vincoli di destinazione esclusivamente alberghiera preesistenti. E’ infatti necessario che questo vincolo non ci sia per poter realizzare, tramite modifica strutturale, delle unità abitative destinate alla vendita. Quando poi siano necessarie varianti alle consuete procedure comunali, è compito delle Regioni prevedere le opportune semplificazioni in merito.

Secondo Ance sono sei le regioni che fino adesso hanno inserito l’istituto del condhotel nella propria normativa sul turismo: Lombardia, Toscana, Marche, Piemonte, Sardegna e Sicilia. Tali Regioni richiamano tra le proprie norme il Dpcm 13/2018 come riferimento: non ci sono ancora novità in merito alle questioni operative di questa nuova forma ricettiva. Ad esempio nulla si sa delle strutture che già operavano con questa formula, o di altre strutture, non alberghiere, che potrebbero volersi convertire a quest’uso.

La formula del condhotel comunque, secondo il Sole 24 Ore, potrebbe assicurare migliori rendimenti rispetto a quelli di un appartamento affittato sul libero mercato. I canoni sono infatti superiori anche al netto della quota da destinare ai servizi alberghieri.

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