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Imu e Tasi, rischio rincari nel 2019
GTRES

Sbloccata la leva fiscale per i Comuni. Gli enti locali potranno aumentare le aliquote Imu e Tasi. Lo sblocco degli aumenti dei tributi locali potrebbe riguardare circa l’80% dei Comuni. Ad essere interessati i proprietari di seconde case, negozi e attività ricettive.

In merito, il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha parlato di una scelta disarmante. E ha sottolineato il fatto che lo sblocco delle aliquote Imu e Tasi può avere ricadute negative sul piano sociale, dal momento che più a rischio sono le abitazioni locate a canone concordato, che scontano aliquote relativamente più basse.

Il blocco delle aliquote sulle imposte locali è arrivato con la legge di Bilancio 2016, che ha impedito a Comuni e Regioni di aumentare tributi e addizionali rispetto ai livelli del 2015. Tale blocco è stato prorogato fino al 31 dicembre 2018, ma con la legge di Bilancio 2019 non ci sono state proroghe. Cosa succederà adesso?

Ad aumentare i tributi locali potrebbero essere soprattutto i Comuni piccoli e medi del Nord, dove lo stop all’aumento delle aliquote è arrivato quando esse erano lontane dai massimi. Situazione diversa al Sud e nelle grandi città. In questi casi, infatti, già si paga il massimo.

In particolare, al Sud i Sindaci hanno sfruttato al massimo il fisco per fronteggiare la situazione critica dei conti; mentre nelle grandi città come Milano, Torino e Roma le aliquote sono già state portate ai livelli massimi.

Si ricorda che le aliquote sono diverse da Comune a Comune e possono variare per l’Imu da un minimo del 4,6 per mille a un massimo del 10,6 per mille; per la Tasi fino a un massimo del 2,5 per mille, alcuni Comuni possono applicare una maggiorazione dello 0,8 per mille. La somma delle aliquote Imu e Tasi non può superare il 10,6 per mille, l’11,4 per mille in caso di applicazione della maggiorazione dello 0,8 per mille.

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2 Commenti:

oreste
3 Gennaio 2019, 16:26

Tutti politici hanno criticato Monti ed il suo raddoppio delle tasse sulla casa con il conseguente crollo del mercato, ma invece di tagliarle le aumentano ancora. Ma già qualcuno deve pagare per chi non paga.

Franco
7 Gennaio 2019, 15:17

Se sei il “fortunato” possessore di un secondo immobile a Roma, devi pagare ogni anno circa 2500 € solo per IMU e TASI. E’ una tassazione che colpisce indiscriminatamente chi ha un lavoro e chi non ne ha. Ogni immobile si acquista con il denaro che ti resta dopo aver pagato l’imposta sui redditi da lavoro. L’ingiustizia è dover continuare a pagare imposte perpetue (vedi IMU) solo perché hai trasferito quel valore sul mattone. E’ invece corretto pagare un imposta se da quel mattone si ricavano altri redditi di locazione. Sarebbe corretto abolire l’IMU perché oppressiva e vessatoria. La tassazione perpetua non favorisce gli investimenti nel mattone, in momenti come questo di stagnazione per non dire regressione del mercato immobiliare. Questo modo per fare cassa è ingiusto!

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