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Statistiche Omi, la casa degli italiani GTRES

Crescono gli immobili censiti dal catasto e cresce la loro rendita, ma dal 2011 raddoppia il numero dei ruderi. Sono alcune delle evidenze delle statistiche catastali pubblicate dall’OMI.

Italiani proprietari di immobili, il 90% sono privati

In generale nel 2018 lo stock immobiliare italiano è aumentato dello 0,6%, con circa 400mila unità in più rispetto al 2017. Gli intestatari si confermano  in larga misura persone fisiche (circa l’88% del patrimonio totale). In generale, gli immobili accatastati negli archivi del’Agenzia delle Entrate in Italia sono 75,5 milioni, di cui 65 milioni nelle categorie ordinarie e speciali, con una rendita attribuita pari a 37,4 miliardi di euro. La maggior parte, oltre 60milioni di unità, è di proprietà delle persone fisiche, per una rendita complessiva di 22,8 miliardi di euro, il 61% del totale.

Crescono dell’1,2% annuo gli immobili a destinazione speciale (gruppo D) e dello 0,8% quelli a destinazione particolare del gruppo E. In aumento dell’1% le unità immobiliari ad uso collettivo (gruppo B), quelle censite come negozi (C/1) e pertinenze (C/2, C/6 e C/7) all’interno del gruppo C (+0,8%) e le abitazioni (+0,3%), mentre diminuisce il numero di uffici (-0,3%).

Rendita catastale in aumento, ma cresce anche il numero dei ruderi

La rendita catastale per il 2018 conferma il trend di crescita già registrato nel 2017: +0,5% rispetto al +0,4% registrato l’anno prima. In particolare, l’aumento interessa tutti i gruppi ad eccezione del gruppo delle unità immobiliari adibite ad uffici (A/10), in calo dello 0,4%.

Crescono però nel 2018 anche gli immobili accatastati come ruderi nella categoria F2 : il 5,3% in più rispetto all’anno precedente e il 97% in più dal 2011. In genere accatastati nella categoria F (inidoneo a produrre reddito) sono risultati nel 2018 l’1,8% in più rispetto all’anno precedente. Il numero complessivo degli immobili che non producono alcun reddito e sono inseriti in contesti di degrado, è di 548.148.

 “Si tratta – commenta Confedilizia – di immobili, appartenenti per il 90% a persone fisiche, che raggiungono condizioni di fatiscenza per il semplice trascorrere del tempo o, addirittura, per effetto di atti concreti dei proprietari finalizzati ad evitare almeno il pagamento dell’Imu e della Tasi (ad esempio, attraverso la rimozione del tetto). Va infatti ricordato che sono soggetti alle due imposte patrimoniali persino gli immobili ‘inagibili o inabitabili’, anche se il vicepresidente del Consiglio Salvini – su richiesta di Confedilizia in occasione della riunione con le parti sociali – si è impegnato a eliminare questa iniqua forma di tassazione, così come quella degli immobili sfitti. Misure indispensabili e urgenti oltre a quelle di incentivo alla riqualificazione degli edifici e alla loro immissione sul mercato”.

La casa degli italiani: meno signorile, con cinque locali

Le unità immobiliari censite come abitazioni sono oltre 35 milioni, circa 92mila unità in più rispetto al 2017 (+0,3%). In particolare, rispetto all’anno precedente aumentano il numero dei villini (+1%), le abitazioni e gli alloggi tipici dei luoghi (+0,5%) e le abitazioni classificate come civili ed economiche (rispettivamente +0,7% e +0,4%). Diminuiscono, invece, le abitazioni signorili (-1,8%), le abitazioni popolari (-0,5%), le ville (-0,5%), i castelli e i palazzi di pregio (-0,2%) e, con tassi superiori al 2%, le abitazioni di tipo ultrapopolare e rurale (rispettivamente -2,6% e -3,2%).

L’abitazione italiana media censita in catasto ha 5,5 vani, mentre è leggermente più piccola quando non è di proprietà delle persone fisiche. Riguardo invece i metri quadri, la superficie media delle abitazioni censite negli archivi, calcolata come rapporto tra la superficie catastale complessiva e il numero di unità, si è confermata pari a circa 117 m2 . Nel dettaglio, è inferiore a 100 m2 per le abitazioni in categoria popolare, rurale, ultrapopolare e per abitazioni e alloggi tipici dei luoghi (A/4, A/5, A/6 e A/11) e va ben oltre i 200 m2 per le unità nelle categorie, abitazioni signorili, ville, castelli e palazzi di pregio (A/1, A/8 e A/9).

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