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Confisca della prima casa, via libera per frode fiscale
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Con la sentenza n. 89995, la Cassazione ha affermato che è possibile la confisca della prima casa dell’imprenditore accusato di frode fiscale. Vediamo quanto spiegato.

Con la sua sentenza, come evidenziato da Italia Oggi, la Corte di cassazione ha precisato che l’abitazione non può essere pignorata dal Fisco, ma tale restrizione salta in caso di sequestro e confisca penali.

Secondo quanto affermato dai Supremi giudici, in queste situazioni si applica l’articolo 52 del d.l. 69/2013. Nella sentenza è stato spiegato che “la disposizione in questione ha modificato il comma 1 dell’art. 76 (Espropriazione immobiliare) del dpr n. 602 del 1973 (Disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito), inserito nella sezione IV (Disposizioni particolari in materia di espropriazione immobiliare) di tale testo normativo, nei seguenti termini: ‘Ferma la facoltà di intervento ai sensi dell’articolo 499 del codice di procedura civile, l’agente della riscossione: a) non dà corso all’espropriazione se l’unico immobile di proprietà del debitore, con esclusione delle abitazioni di lusso aventi le caratteristiche individuate dal decreto del ministro per i Lavori pubblici 2 agosto 1969, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 218 del 27 agosto 1969, e comunque dei fabbricati classificati nelle categorie catastali A/8 e A/9, è adibito ad uso abitativo e lo stesso vi risiede anagraficamente’”.

La Cassazione ha sottolineato che, in base a tale formulazione, “emerge che il limite posto dal legislatore all’espropriazione immobiliare non riguarda la prima casa, ma l’unico immobile di proprietà del debitore”. Tale concetto si riferisce alla “consistenza complessiva del patrimonio del debitore e non semplicemente” alla “qualificazione del singolo immobile oggetto di pignoramento”.

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