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Uso domestico dell'energia: cosa non va e come migliorare
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Un report frutto della collaborazione tra Università Statale di Milano (Cattedra di Psicologia Sociale) e Italia in Classe A contiene, tra le altre cose, un focus sull'uso domestico dell'energia. Vediamo quanto emerso.

Il report "I comportamenti energetici in ambito domestico - Dimensioni culturali, sociali ed individuali", dell'Università Statale di Milano (Cattedra di Psicologia Sociale) e di Italia in Classe A, la campagna nazionale sull'efficienza energetica promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico e realizzata da Enea, ha analizzato i problemi ambientali alla luce della psicologia e delle scienze sociali applicate, approfondendo il rapporto tra culture e comportamenti energetici con un focus sul contesto italiano e sull'uso domestico dell'energia.

Promuovere i comportamenti domestici virtuosi incentivando le buone pratiche riguardanti gli elettrodomestici più diffusi, come lavatrici e frigoriferi, e la gestione dei riscaldamenti è uno dei consigli emersi dal report. Secondo quanto emerso, infatti, il riscaldamento domestico rappresenta la principale voce di spesa energetica per i cittadini e le ore di accensione invernali risultano, soprattutto al Nord Italia, sovradimensionate rispetto all'attuale situazione climatico-meteorologica. 

Il report ha poi segnalato che il dato urbano - l'assenza di minori consumi a fronte di temperature mediamente più alte a causa delle isole di calore - "lascia presupporre che la dimensione psicologica abbia un impatto particolarmente significativo in quest'ambito". Il rapporto suggerisce inoltre "di investire sul target emergente delle famiglie mono-componente, che attualmente rappresentano un terzo dei nuclei residenti in Italia e sono caratterizzate da un maggior consumo energetico pro capite rispetto a tutte le altre tipologie familiari".

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