
Anche le case stanno cambiando, adattandosi ai dispositivi tecnologici di cui non possiamo più fare a meno. La domotica interagisce con i nostri smartphone per ottimizzare consumi e comfort e, ormai da qualche anno, hanno fatto la comparsa in molti appartamenti le prese usb da muro. Ma cosa sono e come funzionano? Scopriamolo insieme analizzando anche diverse opinioni per capire quali sono i vantaggi.
Cosa sono le prese usb a muro
Proprio come le tradizionali prese elettriche, anche le prese usb a muro si installano direttamente vicino agli interruttori di casa e, una volta posizionate, sarà possibile utilizzarle per ricaricare dispositivi compatibili, come ad esempio gli smartphone. Si differenziano dai tipi di prese schuko oppure standard italiane, invece di avere i 2 o 3 forellini dove inserire la presa avranno solo un attacco Usb (Universal Serial Bus).
Come funzionano le prese usb a muro
Per capire come funzionano, nel dettaglio, le prese usb a muro bisogna sottolineare che esistono due tipi: quelle che in grado di fungere da caricatore e quelle che, invece, servono come collegamento usb tra un device e l’altro per trasferire dati, immagini e video.
In ogni caso, installare una presa usb a muro è semplice. Il collegamento va fatto direttamente sull’impianto elettrico da 230V, collegando fase e neutro direttamente all’interno dei morsetti che si trovano sul retro o sul lato (a seconda dei modelli) della presa usb.
I vantaggi delle prese usb a muro
Uno dei principali vantaggi di installare prese usb a muro in casa è quello di avere in ogni stanza una presa per caricare i dispositivi a portata di mano, magari spostando solo il cavo oppure lasciandolo sempre collegato alla presa (magari vicino al comodino della camera da letto o nella zona lavoro). Ma non solo, ecco i principali vantaggi:
- meno ingombro: si riduce anche il rischio di perdere continuamente il caricatore o di romperlo calpestandolo;
- ottimizzazione dello spazio e ordine: non ci sarà più bisogno di tenere in casa caricatori con tanto di alimentatore per ogni device sparsi in tutta casa;
- non devi più staccare la spina degli elettrodomestici per attaccare quella del caricabatterie;
- si possono ricaricare simultaneamente più dispositivi installando una presa con 2 caricatori.
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Quanti tipi di prese usb ci sono?
La maggior parte delle varianti di connettori usb in commercio possono essere raggruppate in tre tipologie di base: Mini-USB, Micro-USB e USB-C. Per dispositivi come computer desktop, laptop, tablet e periferiche generalmente si trova almeno uno di questi tre tipi di porte usb.
Che differenza c'è tra USB e USB-C?
La principale caratteristica di innovazione della presa USB Type-C è la capacità di trasferire dati a velocità molto rapide. Questo nuovo standard, infatti, supporta oltre a USB 2.0 (480 Mbit/s) anche USB 3.1 Gen 1 (SuperSpeed) con velocità massima pari a 5 Gbit/s e USB 3.1 Gen 2 fino a 10 Gbit/s (SuperSpeed+).
Cos'è una porta USB di tipo C?
L’USB-C (USB Tipo-C o USB Type-C) è uno standard di connettori e cavi USB (versione 3.1, 3.0 e 2.0) per la trasmissione di dati e alimentazione che sostituisce di fatto gli standard Tipo-A e Tipo-B. Sostanzialmente, si tratta della porta che si connette direttamente ai nuovi modelli di smarphone (android), tanto per fare un esempio pratico.
Quanta corrente esce da una porta USB?
La tensione su prese usb è sempre di 5 V quando viene collegato un dispositivo elettronico, ma può arrivare fino a 12 V o 20 V utilizzando il protocollo seriale dopo la negoziazione tra dispositivo e host. È possibile richiedere anche la massima corrente prelevabile.
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