La qualità dell'aria viene misurata dalle ARPA regionali, nel 2023 Frosinone e Torino hanno registrato le performance peggiori.
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Qualità dell'aria e smog
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Come si può definire la qualità dell’aria in Italia? Come si misura e, soprattutto, quali sono le città dello Stivale più colpite dalla morsa dello smog? Si tratta di domande più che legittime, in particolare fra coloro che vivono nei centri urbani, dove spesso i livelli di inquinamento sono allarmanti. D’altronde, la concentrazione di smog può avere effetti diretti anche sulla salute, con un rischio maggiore di sviluppare patologie respiratorie.

La situazione italiana non è purtroppo delle più floride, in particolare al Nord: in quest’area del Paese, a causa anche della conformazione geografica della Pianura Padana, tendono ad accumularsi grandi quantità di inquinanti atmosferici. La qualità dell’aria viene costantemente monitorata dalle ARPA regionali, secondo i limiti stabiliti dalla legge. Ogni anno, inoltre, organizzazioni indipendenti segnalano le aree dello Stivale dove i livelli di smog sono più elevati.

Come si misura la qualità dell’aria

Il monitoraggio della qualità dell’aria nelle città italiane è un’attività di fondamentale importanza, poiché permette di stabilire l’effettiva concentrazione di inquinanti e gli eventuali rischi per i cittadini, nonché le misure di contenimento da adottare. Innanzitutto, è utile specificare quali siano le fonti inquinanti principali:

  • impianti di riscaldamento: rappresentano la prima fonte di emissioni di gas nocivi a livello urbano, ovviamente soprattutto nei mesi più freddi dell’anno;
  • traffico stradale: senza troppe sorprese, la circolazione di automezzi contribuisce in modo sensibile al peggioramento della qualità dell’aria urbana;
  • impianti industriali: la gran parte delle attività produttive emette inquinanti atmosferici, che contribuiscono alle concentrazioni di sostanze nocive, non solo a livello cittadino.
Gas di scarico
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La misurazione della qualità dell’aria, così come accennato in apertura, spetta alle ARPA regionali, tramite delle stazioni di rilevamento sparse per tutto il territorio italiano. I dati raccolti vengono poi condivisi con le istituzioni, per approvare eventuali misure di contenimento. 

Quali inquinanti vengono monitorati

All’interno delle attività di monitoraggio della qualità dell’aria, vengono analizzate le concentrazioni di diversi inquinanti, in particolare di biossido di zolfo (SO2), biossido di azoto (NO2), ozono troposferico (O3), monossido di carbonio (CO) e polveri sottili, ovvero i PM10 e i PM2.5.

I livelli di riferimento sono stabiliti dal Decreto Legislativo 155/2010. Per gli inquinanti più diffusi, si può fare riferimento alla seguente tabella:
 

InquinanteLimite giornaliero o di tempoLimite annualeSuperamento massimo
PM1050 µg/m3 medi40 µg/m3 medimax 35 giorni
PM2.5-25 µg/m3 medi-
NO2200 µg/m3 medi orari40 µg/m3 medimax 18 giorni
O3120 µg/m3 medi su 8 ore-25 volte l'anno
CO10 mg/m3 medi su 8 ore--
SO2125 µg/m3 medi-max 3 giorni


I cittadini che vogliono comprendere la qualità dell’aria nella loro zona di residenza, possono fare riferimento all’indice IQA (Indice della Qualità dell’Aria), diffuso sia dalle istituzioni che presente nelle numerose app di monitoraggio disponibili per smartphone. Queste ultime offrono anche una visualizzazione su mappa della qualità dell’aria. Le soglie così si compongono:

  • Buona: IQA inferiore o pari a 50;
  • Accettabile: IQA compreso tra 50 e 100;
  • Mediocre: IQA compreso tra 100 e 150;
  • Scadente: IQA compreso tra 150 e 200;
  • Pessima: IQA superiore a 200.

Qualità dell’aria in Italia: le città più colpite

Ma quali sono le città italiane italiane più colpite da una qualità dell’aria non propriamente ottimale? A rivelarlo è il report Mal’Aria di Legambiente, rilasciato ogni anno con la classifica delle città dalla performance migliore in termini di inquinamento dell’aria. L’ultimo rapporto, relativo al monitoraggio del 2023, mette in evidenza le seguenti precarietà per il contenimento delle polveri sottili PM10:

Qualità dell'aria a Torino
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  • Frosinone: 70 giorni di superamento dei limiti;
  • Torino: 66 giorni;
  • Treviso: 63 giorni;
  • Mantova, Padova e Venezia: 62 giorni;
  • Rovigo e Verona: 55 giorni;
  • Vicenza: 53 giorni;
  • Milano: 49 giorni;
  • Asti: 47 giorni;
  • Cremona: 46 giorni;
  • Lodi: 43 giorni;
  • Brescia e Monza: 40 giorni;
  • Alessandria: 39 giorni;
  • Napoli e Ferrara: 36 giorni.

Città dalla qualità dell’aria peggiore: i primi dati del 2024

In occasione della Giornata della Terra, celebrata lo scorso 22 aprile, Legambiente ha reso disponibili i primi dati sulle rilevazioni del 2024, che andranno poi a confluire nel report Mal’Aria che verrà pubblicato il prossimo anno. Da gennaio a marzo, i limiti di PM10 sono stati già sforati in diverse città:

  • Qualità dell’aria a Verona: 44 giorni di superamento;
  • Qualità dell’aria a Vicenza: 41 giorni;
  • Qualità dell’aria a Padova: 39 giorni;
  • Qualità dell’aria a Frosinone: 38 giorni;
  • Qualità dell’aria a Brescia, Cremona, Torino, Venezia: 36 giorni.

Al contrario, quali sono le città dalla qualità dell’aria maggiore? Sempre dal report di Legambiente, si evince che cinque centri urbani non registrano superamenti dei valori di PM10, con il rispetto dei limiti per tutto l’anno anche sul fronte degli altri inquinanti. Si tratta di Sondrio, Belluno, Cuneo, Nuoro e Aosta.

 

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