
A cosa serve il contributo unificato per lo sfratto e, soprattutto, a quanto ammonta? Si tratta di una domanda di sicuro interesse per tutti quei proprietari di immobili che, per vari motivi, si trovano a dover avviare una procedura di sfratto contro i loro inquilini. È quindi naturale chiedersi quando sia dovuto questo contributo e, ancora, se si possa accedere a eventuali agevolazioni.
Quando si decide di avviare un giudizio, ovvero di richiedere un procedimento dinnanzi a un giudice, è necessario sostenere le iniziali spese di giustizia. Queste sono appunto rappresentate dal contributo unificato: il tributo va corrisposto all’inizio della procedura di convalida dello sfratto stesso, tuttavia ci si può avvalere in alcuni casi della sua riduzione del 50%. Naturalmente, per evitare di imbattersi in problemi con i propri affittuari, può essere utile consultare la Banca Dati della Morosità Immobiliare prima di firmare un contratto di locazione.
A cosa serve il contributo unificato
Così come già accennato in apertura, il contributo unificato di iscrizione a ruolo è un tributo che deve essere corrisposto quando si avvia un processo civile, come nel caso degli sfratti, così come anche per azioni civili promosse in sede penale. In altre parole, con il contributo unificato si sostengono le iniziali e indispensabili spese di giustizia.
Questo contributo è disciplinato dal DPR 115 del 2022, noto anche come Testo Unico sulle Spese di Giustizia, e deve essere versato da chi avvia la causa, unitamente a un’anticipazione forfettaria di 27 euro. Il tributo rappresenta una semplificazione degli oneri fiscali per le questioni di giustizia e sostituisce le imposte precedentemente in vigore, ovvero i diritti di cancelleria, le imposte di bollo e le tasse di iscrizione a ruolo.

Il contributo unificato viene versato dalla parte che si costituisce per prima in giudizio, tuttavia ne può ottenere il rimborso dalla controparte, in caso di pronunciamento del giudice in suo favore.
Il contributo unificato nello sfratto
Anche per i procedimenti di convalida dello sfratto, sia esso per morosità o per finita locazione, è necessario provvedere al pagamento del contributo unificato. Tuttavia, per tutti i procedimenti previsti dal titolo I del Libro IV del Codice Civile - compresi, quindi, gli sfratti - l’articolo 13 del Testo Unico sulle Spese di Giustizia prevede una riduzione del tributo del 50%.
La somma da corrispondere, tuttavia, varia a seconda della tipologia e del valore della stessa richiesta di giudizio.
A quanto ammonta il contributo unificato per lo sfratto
L’ammontare del contributo unificato è specificato sempre dal Testo Unico sulle Spese di Giustizia, a seconda del valore del processo. Come già accennato, per i procedimenti di sfratto - così come tutto ciò che rientra nel Titolo I del Libro IV del Codice Civile - l’importo è decurtato del 50%.
Di conseguenza, il proprietario di un immobile che volesse avviare un procedimento di sfratto per morosità o per finita locazione, dovrà corrispondere - oltre all’anticipazione forfettaria di 27 euro - i seguenti tributi:
- 21,50 euro, se il valore della causa è inferiore a 1.100 euro;
- 49 euro, se il valore della causa è compreso tra 1.100 e 5.200 euro;
- 118,50 euro, se il valore della causa è compreso tra 5.200 e 26.000 euro;
- 259 euro, se il valore della causa è compreso tra 26.000 e 52.000 euro;
- 359,50 euro, se il valore della causa è compreso tra 52.000 e 260.000 euro;
- 607 euro, se il valore della causa è compreso tra 260.000 e 520.000 euro;
- 843 euro, se il valore della causa è superiore a 520.000 euro.
Come si calcola il contributo unificato per lo sfratto per finita locazione o per morosità?
Come si è visto nel precedente paragrafo, il contributo unificato è commisurato al valore della causa che il proprietario vuole intentare verso l’inquilino. Ma come viene determinato questo valore, come si calcola?
In linea generale, ci si trova dinnanzi a due diverse situazioni:
- nello sfratto per finita locazione, il valore della causa è generalmente determinato dall’importo annuo del canone di locazione;
- nello sfratto per morosità, invece, il valore della causa deriva dalla somma dei canoni o delle spese non pagate, fino alla notifica della citazione per l’udienza di convalida.
È necessario però sapere che, se al momento dell’udienza di convalida dello sfratto il giudice opta per il mutamento del rito secondo l’articolo 667 del Codice di Procedura Civile, ad esempio per effetto di un’opposizione, il contributo unificato potrebbe essere chiesto in forma completa anziché dimezzata.
Come si paga il contributo unificato per lo sfratto
Una volta avviato il percorso per la richiesta di giudizio su una causa di sfratto, in che modo può essere pagato il contributo unificato? Anche in questo caso, è sempre il DPR 115 del 2022 a definirne le modalità:
- si può pagare in via telematica, tramite l’apposito portale del Ministero della Giustizia;
- si può corrispondere tramite il Modello F23, indicando il codice tributo 941T;
- si può versare alla tesoreria provinciale dello Stato tramite bollettino postale;
- si può pagare anche in tabaccheria, ovvero dove è possibile acquistare valori bollati.

Naturalmente, è necessario conservare la relativa ricevuta di pagamento, che dovrà poi essere allegata agli atti che verranno depositati. In particolare, verranno verificati:
- la dichiarazione di valore della causa;
- la ricevuta di pagamento del contributo unificato;
- la corrispondenza tra il valore della causa e il tributo effettivamente versato.
Cosa succede se non si paga il contributo unificato nello sfratto?
Chi avvia il procedimento di convalida dello sfratto, quindi il proprietario dell’immobile, è sempre tenuto a corrispondere il contributo unificato. In caso di esito positivo della stessa convalida dello sfratto, l’importo potrà poi essere rimborsato dalla controparte. Ma cosa accade se il tributo non viene pagato?
In una prima fase la cancelleria del tribunale invia al proprietario, al suo domicilio o alla PEC del legale, la richiesta di pagamento, con la relativa scadenza. In caso anche questo sollecito venisse dovesse essere ignorato, verrà inoltrata una cartella esattoriale da parte dell’Agenzia delle Entrate e verrà avviato il recupero del credito secondo le modalità previste dalla legge.
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