Lo stalking condominiale rientra nel reato di atti persecutori: come riconoscerlo, come denunciarlo e cosa fare per difendersi.
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Stalking condominiale
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Vivere una situazione di stalking condominiale può gravemente compromettere la propria stabilità psicologica ed emotiva, con ripercussioni sulla vita relazionale, sociale e lavorativa. Si tratta di una condizione che può infatti spingere a modificare le proprie abitudini, per evitare il condomino - o i condomini - responsabile di comportamenti abusivi. Ma come difendersi? Lo stalking condominiale può rientrare a pieno titolo nel reato di atti persecutori, in base all’articolo 612-bis del Codice Penale. Ecco i consigli su come muoversi per liberarsi dai vicini di casa molesti.

Cos’è lo stalking condominiale

Gestire i rapporti di vicinato in un contesto condominiale non è mai semplice. Può infatti succedere che sorgano dei diverbi con i propri dirimpettai, ad esempio per rumori molesti o l’invasione degli spazi altrui. Quando non si tratta di singoli ed estemporanei episodi, ma di una condizione in cui il condomino si trova al centro di una vera e propria persecuzione, si può più propriamente parlare di stalking condominiale.

Similmente a quanto accade per lo stalking affettivo o sentimentale, anche in quello condominiale la vittima è costantemente presa d’assalto da abusi perpetrati da uno o più vicini. I comportamenti anomali, e continuativi nel tempo, possono includere:

  • il vicino che guarda sempre dalla finestra per monitorare gli spostamenti della vittima;
  • rumori molesti, non prodotti casualmente, ma con il preciso scopo di disturbare la persona oggetto delle proprie attenzioni abusive;
  • le minacce e gli insulti, proferiti sia dal vivo - ad esempio, quando si incontra il condomino molesto per le scale o in ascensore - che tramite messaggi scritti;
  • il danneggiamento della proprietà, come vernici sulla porta di casa, vetri rotti o danni all’automobile parcheggiata negli spazi condominiali;
  • le lesioni fisiche, ad esempio dovute a colluttazioni. 
Stalker in condominio
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La persona che subisce comportamenti e azioni abusivi si ritrova in uno stato di profonda paura, tanto da limitare le proprie abitudini di vita, allo scopo di evitare lo stalker. Si tratta di un abuso particolarmente doloroso, poiché la vittima è colpita in quello che dovrebbe essere il suo rifugio sicuro, ovvero la casa.

Lo stalking condominiale è punibile?

Proprio come lo stalking affettivo o relazionale, anche lo stalking condominiale è punibile: può infatti rientrare all’interno del reato di atti persecutori, in base all’articolo 612-bis del Codice Penale. La legge configura infatti come stalking il comportamento di chi, con condotte reiterate, sia solito molestare o minacciare altre persone, determinando:

  • uno stato di perdurante ansia o paura;
  • un fondato timore per la propria incolumità o per quella di una persona cara;
  • una modifica delle proprie abitudini di vita.

Il reato può prevedere la reclusione da uno a sei anni e sei mesi - pena che può aumentare in presenza di aggravanti - a cui si possono aggiungere il risarcimento dei danni subiti dalla vittima.

È utile sottolineare che la giurisprudenza ha più volte ribadito che i comportamenti abusivi in condominio, quando reiterati, possono rientrare pienamente nel reato di stalking. Ad esempio, con la sentenza 4256/2022 la Corte d’Appello di Milano ha riconosciuto la configurabilità del reato di stalking condominiale, anche quando si verificano due sole condotte moleste, purché poste in essere in un arco temporale ristretto e tali da provocare nella vittima stati di paura, ansia o costringendola a modificare le proprie abitudini di vita. Ancora, la sentenza 20895/2011 della Corte di Cassazione ha riconosciuto gli atti molesti che un condomino aveva condotto nei confronti di diverse donne residenti nel suo condominio.

Stalking condominiale: come difendersi

Ma come difendersi dallo stalking condominiale, per tornare il prima possibile a una vita normale? Le vittime dei comportamenti abusivi hanno a disposizione diversi strumenti legali per assicurare il condomino molestatore alla giustizia. In generale, è necessario:

  • procedere con una denuncia alle Forze dell’Ordine, come ad esempio i Carabinieri o la Polizia, illustrando nel dettaglio gli abusi subiti e segnalando la necessità di protezione. In questa fase, potrebbe essere utile presentare delle prove, come lettere di minaccia, la testimonianza di altri vicini oppure registrazioni, se valide;
  • contestualmente, informare dello stalking condominiale l’amministratore, il quale può segnalare i comportamenti anomali all’assemblea condominiale e, nei casi gravi, agire per tutelare l’intero condominio.

A seguito della necessaria attività di indagine, potrebbe aprirsi un processo penale ai danni del vicino di casa trasformatosi in stalker. In linea generale:

  • il Pubblico Ministero potrebbe richiedere al Giudice l’applicazione di misure cautelari per lo stalking condominiale, come il divieto di avvicinamento o l'allontanamento dell’abusatore dallo stabile. È però necessario sottolineare che l'allontanamento può avvenire solo in specifiche condizioni, come con la custodia cautelare in carcere o con un arresto domiciliare da scontare altrove;
  • oltre all’eventuale pena detentiva, l’abusatore potrebbe essere condannato al risarcimento dei danni causati.

Proprio in merito al risarcimento dei danni da stalking condominiale, è utile specificare che possono essere riconosciute diverse tipologie:

  • danni patrimoniali, ovvero quelli causati dallo stalker alle proprietà della vittima, ad esempio a seguito di atti di vandalismo;
  • danni morali, legati al grave dolore psicologico ed emotivo che la condizione di persecuzione ha generato;
  • danni biologici, quando gli abusi hanno conseguenze sulla salute, sia dal punto di vista fisico - ad esempio ferite da percosse, ma anche conseguenze organiche dovute alla paura, quali i problemi cardiaci - che psicologico, quali la depressione;
  • danni esistenziali, cioè l’impatto dello stalking psicologico condominiale sulla propria qualità di vita, sulle proprie attività sociali e lavorative, sul godimento della propria abitazione e molto altro ancora.

Come si fa a dimostrare lo stalking condominiale

Nonostante gli indispensabili strumenti di legge, voluti a protezione delle vittime, non è sempre semplice dimostrare lo stalking condominiale. Può infatti capitare che i comportamenti molesti messi in atto dai vicini siano subdoli o, ancora, non immediatamente riconoscibili. Ma come procedere, in questi casi?

Per assicurare lo stalker alla giustizia, è sempre utile presentare alle autorità quante più prove possibili degli abusi e delle molestie subite. Ad esempio, si può valutare di:

  • coinvolgere testimoni, come ad esempio altri vicini, che possano confermare i comportamenti anomali del persecutore;
  • presentare documentazione scritta, come lettere e bigliettini indirizzati alla vittima, così come anche messaggi digitali, mail o pubblicazioni sui social network;
  • allegare alla denuncia eventuali relazioni mediche per le conseguenze, sia fisiche che psicologiche, dovute all’azione dello stalker;
  • presentare registrazioni audio e video, ad esempio con filmati ripresi da telecamere di sicurezza o videosorveglianza che immortalano le gravi azioni del vicino abusatore.
Supporto psicologico per lo stalking condominiale
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È però utile ricordare che la vittima può raccogliere prove, come appunto registrazioni effettuate autonomamente, purché avvengano nel rispetto della normativa sulla privacy e senza invadere indebitamente la sfera personale dell’accusato. In altre parole, non è indicato intraprendere delle azioni che potrebbero essere interpretate come uno stalking condominiale reciproco.

Altre forme di supporto per lo stalking condominiale

Infine, può essere utile cercare altre forme di supporto - oltre a quelle di legge - per gestire la sofferenza causata dallo stalking condominiale. La fase d’indagine, così come quella processuale, potrebbe infatti prolungarsi per periodi lunghi e, nel frattempo, è necessario salvaguardare la propria serenità. Ad esempio:

  • avvalendosi di supporto psicologico da medici e professionisti qualificati;
  • frequentando gruppi di mutuo aiuto e ascolto;
  • richiedendo l’aiuto di parenti, amici e vicini di casa;
  • trasferendosi momentaneamente altrove, se le minacce alla propria incolumità sono gravi.

In definitiva, quella dello stalking condominiale è una condizione che può causare una forte riduzione della qualità della vita, da affrontare con gli strumenti di legge a propria disposizione e con una solida rete di supporto.

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