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Gli agenti ottimisti sul futuro dell'immobiliare: si aspettano crescita di prezzi e transazioni
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Il residenziale è il volano di un comparto, quello immobiliare, che presenta segnali di un notevole miglioramento rispetto al passato e sul quale gli operatori sono ottimisti. Secondo gli ultimi dati dell'indice Fiups - elaborato dall'Università di Parma, in collaborazione con Sorgente Group e Federimmobiliare -migliora, infatti, la percezione degli agenti sulle prospettive del mattone e un 61% degli intervistati si aspetta un'ulteriore crescita delle transazioni.

Secondo l'indice, nel secondo quadrimestre sale al 52% la percentuale di coloro che ritengono che l'attività sia migliorata nel corso dell'ultimo anno e scompare del tutto la percentuale di quanti si aspettano un peggioramento. Per quanto riguarda il residenziale, il 61% del campione, a fronte di una lieve risalita dei prezzi prevede una crescita delle transazioni, che insieme all'aumento dei mutui e ai bassi tassi d'interesse lascerebbe pensare ad un vero e proprio volano complessivo, con effetto traino sul comparto commerciale e su uffici e alberghi.

Analisi delle città

Tra le diverse città, Roma e Milano rimangono quelle sulle quali si concentrano gli interessi degli investitori: il capoluogo lombardo si attesta al primo posto tre volte su cinque (comparti residenziale, direzionale e commerciale). Roma, seguita da Firenze e Venezia, conferma il suo primato per gli investimenti in alberghi, guadagnando il secondo posto nel comparto commerciale e residenziale (insieme a Torino). Tra le new entry si segnala Catania, ultima delle top five nel comparto alberghiero. Torino conquista la vetta della classifica di attrattività per il comparto industriale.

Interesse verso i no performing loans

Continua, inoltre, da parte degli operatori immobiliari, l'interesse negli strumenti che investono su Non Performing Loans. Secondo il 55% degli intervistati potrebbero arrivare nuovi stimoli al settore dalle iniziative di alcuni rilevanti gruppi bancari italiani come Banco BPM e Monte dei Paschi. Solo un 24% si dichiara ottimista per le possibili ricadute della Brexit sul mercato degli altri paesi europei per intercettare un eventuale esodo delle multinazionali dal mercato inglese.

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