Dallo scorso 15 luglio sono state abolite (in teoria) le tariffe aggiuntive legate al roaming. Ma le brutte sorprese sono sempre in agguato. Soprattutto se si effettuano degli spostamenti con il traghetto.
A spiegarlo è La Stampa che ha raccolto l’esperienza di Fabio, salpato per la Sardegna con la famiglia. Una volta a bordo del traghetto è andato a dormire insieme a tutto il resto del gruppo, ma la mattina seguente i crediti di tutti erano sottozero. Nella notte - dopo l’una - era arrivato l’sms che annunciava l’attivazione della tariffa Tim Nave dal costo di 1,8 euro per 100 Kb. E, sempre nella notte, i loro telefoni, anche se in stand by, hanno continuato ad aggiornare e scaricare dati. Così hanno finito per svuotare il conto di tutti gli smartphone della famiglia.
Questo perché in alto mare, su alcuni traghetti, scattano i collegamenti satellitari che sono più costosi. Le tariffe lontano dalla costa sono gestite da società diverse dai gruppi italiani del telefono che poi si rifanno sulle compagnie.
Ci sono anche altri operatori che hanno costi alti per chi è in mare: Vodafone, per esempio, applica 3 euro al minuto per ogni telefonata effettuata e 1,75 per quelle ricevute. Si tratta di una modalità che esisteva già prima dell’addio ai costi extra per l’uso del telefono all’estero, ma adesso cadere nella trappola è più facile perché si pone meno attenzione alla disattivazione del traffico dati. Esiste tuttavia la possibilità di sottoscrivere pacchetti più economici per traghetti e navi.
Un altro rischio si corre quando si va in vacanza o magari si attraversano alcuni Paesi vicini a noi, come Svizzera, San Marino, Montenegro, Albania, Repubblica turca di Cipro del Nord. Questi, infatti, sono Paesi che non fanno parte dell’area franca dal roaming.
Sul fronte Internet, non bisogna dimenticare inoltre che i gigabite utilizzabili fuori dall’Italia molte volte non corrispondono a quelli del traffico della nostra tariffa e possono essere più bassi.
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