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Il settore finanziario di Londra sta registrando un crollo delle offerte di lavoro. E la causa è riconducibile alla Brexit. Si stima un calo del 37% nelle opportunità professionali disponibili a dicembre 2017 rispetto al 2016 e del 52% rispetto a novembre dello stesso anno. A renderlo noto un report di Morgan McKinley.

In particolare, le posizioni vacanti per una carriera nella City sono diminuite dalle 4.980 di dicembre 2016 alle 3.150 del 2017. Sono soprattutto i dubbi che aleggiano sulla permanenza del Regno unito nel mercato finanziario europeo a incidere sul calo delle offerte di lavoro.

Del resto, per la stessa ragione, colossi finanziari come Goldman Sachs, Deutsche Bank Ag and Bank of America hanno pensato di lasciare la City per realtà come Dublino, Parigi, Lussemburgo e Francoforte.

Secondo quanto affermato dal report: “Il perenne scompiglio nelle trattative con l’Europa è uno scomodo, ma persistente, status quo con cui il business continua ad avere a che fare”. A preoccupare banche d’affari, compagnie assicurative e società di investimento, sono soprattutto le possibilità di restare esclusi dal mercato unico e di incontrare ostacoli sempre maggiori al reclutamento di professionisti internazionali.

L’esodo dei professionisti dalla City potrebbe poi generare un danno dal punto di vista fiscale. Hakan Enver, direttore delle Operazioni alla Morgan McKinley Financial Services, ha infatti affermato che “attualmente il 12% del gettito è generato dai servizi finanziari” e che “alcuni report suggeriscono che fino a 75mila dipendenti potrebbero lasciare il Regno Unito. Se questo fosse vero, si creerebbe un grosso buco nelle casse del Paese”.

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