
La manovra 2019 è stata bocciata dall’Unione Europea. La decisione di Strasburgo era ormai attesa: la Commissione ha chiesto all’esecutivo guidato da Giuseppe Conte di presentare una versione “rivista” del documento entro tre settimane. Il premier si è detto pronto a tagli alla spesa, “se necessario”. Non così flessibile il ministro Salvini che dichiara: “Ascoltiamo tutti ma non torniamo indietro”.
La conferenza stampa della commissione Ue
Il commissario Moscovici in conferenza stampa ha dichiarato: "Mi rallegro per l'impegno mostrato, non chiudiamo porte ma lasciamo aperto il dialogo. il posto dell'Italia è l'Europa e la zona euro". Il commissario ha poi ribadito la sua fiducia nella credibilità dell Ministro Tria. "Comprendiamo - ha aggiunto Moscovici - la necessità di politiche contro la povertà e per le infrastrutture per un paese come l'Italia, ma devono essere compatibili con le possibilità e non con impegni idioti".
Ancora Moscovici: "La commissione Europea non interagisce con la politica interna ma con le cifre. La commissione non è più severa perchè parliamo di un governo populista, al contrario è per questo ancora più attenta al dialogo. Quando io stesso ero ministro delle finanze in Francia - aggiunge - abbiamo sperimentato un deficit eccessivo, ma io sono quello che lo ha maggiormente ridotto perchè sono convinto che sia il nemico da combattere".
Il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha chiarito che al momento non è stata presa alcuna decisione su possibili procedure di infrazione contro l'Italia. "A primavera l'Italia era adempiente e la procedura non è stata attuata - ha dichiarato - ora tale decisione andrà rivalutata seguendo l'iter. Ad oggi contiamo sul dialogo e chiediamo la presentazione di un piano rivisto".
Manovra bocciata: che succede ora?
Il governo italiano ha ora tempo fino al 13 novembre per presentare un nuovo documento programmatico sul bilancio che adotti misure “riparatrici” nel senso suggerito dai commissari. Poi si aprirà un nuovo periodo di attesa fino al prossimo 21 novembre, quando la Commissione dovrà riunirsi nuovamente sul tema – anche alla luce delle stime economiche aggiornate che verranno diffuse l’8 novembre - per poi emettere una nuova “sentenza” entro la fine del mese: si saprà allora se la situazione rientrerà o se sarà procedura di infrazione per debito eccessivo contro l’Italia. E anche questa sarebbe una prima volta.
Se poi le eventuali misure correttive non dovessero essere adottate nel giro di sei mesi, la procedura di infrazione prevedrebbe la richiesta, da parte della Commissione al Consiglio, di applicare delle sanzioni. Anche in questo caso peserebbe il fatto che tale provvedimento non sia mai stato applicato contro nessuno, nemmeno contro Francia e Germania che, violato a loro volta il tetto del debito/pil del 3%, avevano ottenuto una sospensione delle sanzioni comminabili. Una disparità che non si sa come le istituzioni europee saranno in grado di gestire.
Sanzioni alI'Italia, scenari possibili in vista delle elezioni europee
Secondo alcuni analisti, a questo punto lo scenario meno probabile è che l’Europa rinunci alle sanzioni all’Italia. D’altra parte, se decidesse di attuarle, la situazione diverrebbe molto scivolosa, e non solo per il nostro Paese. Si aprirebbe infatti, ad esempio, un caso Francia, che al momento gode di un trattamento speciale che diverrebbe, a quel punto, ingiustificato a meno di equilibristiche spiegazioni. A quel punto l’intero sistema euro potrebbe risultare a rischio, con conseguenze imprevedibili non solo politiche ma anche finanziarie. Infine, il dispiegarsi del caso Italia (che avrebbe tempo fino al marzo 2019 per applicare, o non applicare, le eventuali misure correttive alla manovra di bilancio) porterebbe la storia a ridosso delle elezioni europee del maggio 2019. Un appuntamento di cui la Commissione Europea dovrà tenere conto prima di emettere sentenze, se non vorrà fomentare una ulteriore ondata di voto populista e sovranista.
Bocciatura, il rischio spread
Nel frattempo, in attesa del delinearsi di uno scenario certo, l’attesa potrà dare adito a speculazioni che potrebbero ancora una volta ripercuotersi sullo spread, infliggendo nuovi costi allo Stato italiano, costretto a pagare rendimenti più alti per i propri titoli di Stato. Al momento il parametro ha superato nuovamente i 300 punti base; ma anche se non esiste un vero allarme nemmeno per il possibile effetto cascata su mutui e finanziamenti a carico delle famiglie, non si sa per quanto lo scenario possa restare stabile se la situazione dovesse precipitare.
Cosa non va nella manovra 2019?
Principalmente, a non funzionare nella manovra di bilancio è una spesa pubblica primaria che cresce del 2,7% a fronte di un indebitamento massimo permesso dall'Ue dello 0,1%; il "deterioramento strutturale" stimato nello 0,8% del Pil rispetto allo 0,6% richiesto; un saldo strutturale dell'1,5% del Pil definito dai commissari Ue "senza precedenti nella storia del Patto di stabilità”. Il che non è del tutto vero, poiché la deviazione si avvicina a quella già avvenuta nel 2016: ma allora l’impegno mostrato nel rispetto dei parametri era diverso.
In sostanza, infatti, le stime della manovra attuale non garantirebbero il cammino di riduzione del debito italiano rispetto al Pil, che già ora supera il 131% e quindi non possono giustificare per l’Italia il prolungamento di quella indulgenza di cui ha goduto negli scorsi anni. Stavolta si tratta di aperte deviazioni dall’obbiettivo contenuto nel Patto di Stabilità di ridurre il debito e di azzerare il deficit, mostrando sforzi tangibili in questo senso. Dal momento che la clausola del pareggio di bilancio è anche stata inserita nella Costituzione italiana, la violazione dell’impegno a ridurre di un ventesimo all’anno il debito nella parte eccedente al 60% del Pil (livello fissato dall’Ue) è percepita come particolarmente seria.
In aggiunta, l’Italia ha violato l’obbligo per ogni Paese, sancito da regolamento Ue (il numero 473/2013) di far “certificare” la propria manovra di bilancio prima di presentarla all’Europa. Al contrario, quando l’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha espresso la propria bocciatura alla manovra del governo Conte, nulla si è fatto per correggerla né per ottenere il “bollino”.
Manovra 2019: la lettera dei commissari Ue
"I piani dell'Italia configurano una violazione grave e manifesta delle raccomandazioni adottate del Consiglio ai sensi del Patto di stabilità e crescita per il 2019, il che rappresenta motivo di preoccupazione per la Commissione europea". Questa era stata la poco incoraggiante introduzione della lettera di richiamo inviata negli scorsi giorni al Ministro Tria dai commissari Ue Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici. Il ministro ieri aveva risposto ai commissari che la manovra “non espone a rischi la stabilità finanziaria dell’Italia né degli altri paesi dell’Ue”, assicurando l’intervento del governo “qualora i rapporti deficit/Pil e debito/Pil non dovessero evolvere in linea con quanto programmato”, ma il commissario Oettinger era stato poco possibilista su questo tema: la manovra italiana infatti è stata comunque bocciata.
1 Commenti:
Il Premier Conte ha escluso assolutamente ritocchi anzi ha confermato la bontà della manovra e che eventuali ritocchi farebbero apparire la stessa non credibile; ha escluso pure su possa ritoccare il 2, 4% potete sentirlo tutti in conferenza stampa per verificare. Andranno avanti nel loro impegno cercando di far comprendere la bontà delle misure per il Paese.
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