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Il rialzo dello spread ha avuto ripercussioni sul sistema bancario e anche sulle famiglie italiane. Lo spiega Bankitalia nell’ultimo Rapporto sulla Stabilità finanziaria. Ecco cosa si legge nella nota.

Secondo quanto rilevato da Banca d’Italia, da maggio i rendimenti dei titoli di Stato italiani hanno subito un marcato e persistente rialzo e il valore medio di mercato dei titoli in circolazione si è ridotto di circa il 9 per cento.

Con il rialzo dello spread difficile ridurre il debito

L’andamento dei rendimenti dei titoli pubblici, osserva il Rapporto, ha implicazioni rilevanti per tutti i settori dell’economia. Per le finanze pubbliche l’aumento dei tassi aggrava il costo del debito e rende più difficile la riduzione del rapporto tra debito e Pil. L’incremento dei tassi all’emissione dei titoli di Stato ha determinato negli ultimi sei mesi una maggiore spesa per interessi di quasi 1,5 miliardi rispetto a quella che si sarebbe avuta con i tassi che i mercati si aspettavano in aprile; costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020 se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati.

Maggiori costi nella raccolta delle banche se lo spread sale

Un rialzo pronunciato e persistente dei rendimenti, a parità di tassi di crescita nominale dell’economia, aumenta il rischio che la dinamica del debito si collochi su una traiettoria crescente. Per le banche le tensioni sul mercato dei titoli di Stato hanno diverse conseguenze negative . Un primo effetto è l’incremento dei costi della raccolta: analisi condotte sul periodo 2010-11 indicano che un innalzamento di 100 punti base dello spread sui titoli decennali può causare un aumento di circa 40 punti base dei tassi di interesse sui depositi a termine e sui repo e di circa 100 punti base sulle nuove emissioni obbligazionarie. Un secondo effetto è la riduzione del valore delle garanzie stanziabili presso l’Eurosistema a fronte delle operazioni di rifinanziamento, che si traduce in un calo della liquidità.

L’effetto dello spread sull’economia di famiglie e imprese

L’innalzamento dei rendimenti dei titoli di Stato, segnala ancora Bankitalia, ha implicazioni dirette e rilevanti anche per le famiglie e per le imprese.

  1. Il deprezzamento dei titoli riduce il valore degli investimenti in attività finanziarie, compresi quelli effettuati mediante intermediari quali fondi comuni, compagnie assicurative e fondi pensione.
  2.  Gli effetti negativi dell’innalzamento dei rendimenti possono inoltre comportare per le banche una restrizione dell’offerta di credito al settore privato.
  3. Nella fase di elevata tensione dei mercati del 2010-11 un aumento dello spread di 100 punti base ha determinato nell’arco di un trimestre rialzi dei tassi di interesse pari a circa 70 punti base per i prestiti alle imprese non finanziarie e di 30 punti base per i mutui alle famiglie; le condizioni di fragilità che in quella fase caratterizzavano i bilanci dei principali gruppi bancari e delle imprese italiane amplificarono la trasmissione dell’aumento dello spread .
  4.  Il costo medio dei nuovi prestiti al settore privato è rimasto stabile nel terzo trimestre di quest’anno; i segnali di irrigidimento delle condizioni di accesso al credito rilevati dalle indagini sulle imprese indicano tuttavia che i costi potrebbero salire qualora i rendimenti dei titoli di Stato dovessero persistere su livelli elevati.
  5. Il maggiore rischio per il Paese percepito dagli investitori si riflette inoltre sull’andamento del mercato delle obbligazioni private, dove i rendimenti sono aumentati anche per le imprese con maggiore merito di credito.
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