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Il testo definitivo della legge di Bilancio 2019 ha ottenuto la tanto attesa approvazione, anche se appare abbastanza modificato rispetto a quello discusso in prima lettura lo scorso 8 dicembre. Tra i provvedimenti più importanti ci sono il blocco dell’Iva e le misure sulle pensioni. Ecco i punti salienti della legge di Bilancio 2019.

Stop aumento Iva

Lo stop agli aumenti Iva (eredità dei governi precedenti) rappresenta la misura più dispendiosa dell'intera legge di Bilancio 2019. Ci sono voluti, infatti, quasi 12,5 miliardi di euro per scongiurare l’innalzamento delle aliquote. Ma la trattativa con Bruxelles e la necessità di recuperare risorse per il futuro appesantisce il peso per il prossimo anno: nel 2020, soltanto per impedire i nuovi aumenti, il governo dovrà trovare oltre 23 miliardi di euro.

Flat tax

È la misura che estende la platea delle partite Iva che possono accedere al regime agevolato. Fermo restando alcune eccezioni, infatti, potranno usufruire di un trattamento fiscale di vantaggio (pagamento del solo 15% di tasse) le partite Iva con ricavi fino a 65mila euro. Prima, il limite era fissato in un intervallo tra 25 e 50mila a seconda del tipo di attività.

La nuova web tax

Completamente nuova, invece, la web tax. Si tratta di un’imposta del 3% che si applica alle imprese digitali che fatturino almeno 750 milioni di euro, di cui 5,5 milioni nel territorio italiano. È una tassa fatta “su misura” per i colossi del digitale come Google e Facebook ad esempio che grazie alle loro complesse strutture societarie riescono a fare figurare gran parte dei loro ricavi e dei loro profitti in società domiciliate in Paesi con fiscalità molto vantaggiose.

Pensioni

Non è presente nel testo definitivo della legge di Bilancio 2019 la tanto dibattuta quota 100, per inserirla è previsto uno specifico ddl, ma sono inseriti i fondi a disposizione: inizialmente 6,7 miliardi, diventati poi 3,9 miliardi.

È già legge, invece, il taglio alle cosiddette pensioni d'oro. Il contributo sarà del 15% per i redditi tra 100.000 e 130.000 euro e andrà a salire fino ad arrivare al 40% per quelli superiori a 500.000 euro con un prelievo del 25% per i redditi tra 130.001 e 200.000 euro, del 30% per i redditi tra 200.001 e 350.000 euro e del 35% per i redditi tra 350.001 e 500.000 euro.

Previsto anche un taglio per le rivalutazioni degli assegni di poco superiori a 1500 euro. Sostanzialmente, si percepirà di più ma l'incremento sarà inferiore a quanto atteso, più o meno da 70 euro lordi annui per una pensione di 2537 euro mensili (sempre lordi) ad un massimo di 483 euro annui per assegni di 8119 euro. Considerando le cifre nette, per una pensione mensile di circa 2500 euro, il mancato aumento è di circa 14 euro al mese.

Saldo e stralcio delle cartelle

Confermato il condono fiscale per chi si trova in difficoltà economica (con un Isee entro i 20mila euro), è il cosiddetto saldo e stralcio. Si riferisce alle cartelle tra il 2000 e il 2017 e prevede l'estinzione dei debiti per omessi versamenti di tasse e contributi pagando il 16% con Isee non superiore a 8.500 euro, il 20% con Isee fino a 12.500 euro e il 35% con Isee fino a 20mila euro. Il debito può essere pagato senza sanzioni e interessi, in un'unica soluzione, entro il 30 novembre del 2019 oppure in 5 rate con importi diversi rispetto alla prima versione.

Misure per le auto

Vengono introdotti sconti fino a 6000 euro per chi acquisterà veicoli elettrici o ibridi e per chi rottamerà un veicolo tradizionale. Allo stesso tempo si prevede una nuova tassa di immatricolazione destinata però solo ai veicoli più inquinanti, dai 1100 ai 2500 euro.

Raddoppio Ires per enti no profit

Questa misura stabilisce la cancellazione dell'agevolazione dell'Ires al 12% (anziché al 24%) per gli enti no profit. Il vice premier Luigi Di Maio, però, ha già promesso che la norma verrà corretta al primo provvedimento utile.

Misure per la famiglia

Cambiano le regole per l'accesso alla maternità: ora le lavoratrici, su richiesta, potranno decidere di lavorare fino al nono mese, usufruendo del periodo di stop dal lavoro per intero dopo il parto. Sale poi da 4 a 5 il numero di giorni di congedo obbligatorio per i padri. Incrementata infine da 1000 a 1500 euro la dote per il bonus asilo nido.

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