Il Consiglio dei ministri dello scorso 23 gennaio ha approvato il decreto-legge per il taglio del cuneo fiscale 2020. A idealista/news il sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Stanislao Di Piazza, ha spiegato qual è l’obiettivo della misura e cosa cambierà dal prossimo 1° luglio per i lavoratori dipendenti.
Come reso noto da un comunicato diffuso dal governo, il Consiglio dei ministri che si è riunito lo scorso 23 gennaio, “su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente”.
Secondo quanto specificato dalla nota di Palazzo Chigi, “il decreto, in attuazione della legge di Bilancio per il 2020 (legge 27 dicembre 2019, n. 160) che ha stanziato 3 miliardi di euro per il 2020 per la riduzione del cuneo fiscale sugli stipendi dei lavoratori dipendenti, interviene per rideterminare l’importo ed estendere la platea dei percettori dell’attuale ‘bonus Irpef’”.
Taglio cuneo fiscale 2020, da quando e a chi spetta
In base a quanto disposto, dal 1° luglio 2020 il bonus di 80 euro aumenta a 100 euro mensili per i lavoratori dipendenti con un reddito annuo fino a 26.600 euro lordi, “coloro che percepiscono un reddito da 26.600 euro a 28.000 euro beneficeranno per la prima volta di un incremento di 100 euro al mese in busta paga. Per i redditi a partire da 28.000 euro, si introduce invece una detrazione fiscale equivalente che decresce fino ad arrivare al valore di 80 euro in corrispondenza di un reddito di 35.000 euro lordi. Oltre questa soglia, l’importo del beneficio continua a decrescere fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 40.000 euro di reddito”.
Chi dunque già percepiva il bonus Renzi da 80 euro, con l’aumento del beneficio a 100 euro, dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2020 avrà un incremento di 120 euro. Per i redditi sopra i 28.000 euro lordi e fino ai 35.000 euro lordi si agirà con una “detrazione fiscale equivalente”: si partirà da 100 euro per arrivare a 80 euro. Sopra i 35.000 euro lordi il bonus continuerà a decrescere per azzerarsi una volta raggiunti i 40.000 euro lordi.
Ma ecco quanto spiegato a idealista/news dal sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Stanislao Di Piazza, in merito al taglio del cuneo fiscale.
Qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere con la misura approvata dal Cdm dello scorso 23 gennaio relativa alla riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente?
“Mettere più soldi nella busta paga di 16 milioni di lavoratori dipendenti che hanno redditi fino a 40mila euro lordi all’anno. Il M5S ha sempre sostenuto la necessità di un intervento come questo per dare ossigeno a quei lavoratori che, con le loro famiglie, hanno pagato più di altri il prezzo della crisi. Ora che siamo al Governo lo abbiamo fatto. E’ un primo passo. Il prossimo sarà una riforma fiscale che renda il sistema più semplice ed equo per i cittadini”.
La misura partirà dal 1° luglio 2020. Cosa cambierà, nella pratica, per i lavoratori dipendenti?
“Questi 16 milioni di lavoratori, 4,3 milioni dei quali erano esclusi dagli 80 euro, riceveranno fino a 100 euro in più al mese. Nella fascia di reddito tra 28mila e 40mila euro si introduce una detrazione fiscale equivalente di 100 euro che decresce fino ad arrivare al valore di 80 euro in corrispondenza di un reddito di 35mila. Oltre questa soglia l’importo continua a diminuire fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 40mila euro di reddito”.
Quali sono i benefici concreti attesi?
“In un Paese dove la stagnazione salariale ha avuto effetti negativi sulla capacità di spesa di milioni di famiglie, mettere queste ultime nelle condizioni di avere più soldi da spendere può portare ad un aumento dei consumi determinando una maggiore produttività delle imprese. Sempre per riattivare i consumi, un’altra misura che come M5S vogliamo mandare in porto è il salario minimo. Oggi ci sono 5 milioni di lavoratori poveri, i cosiddetti working poors, che anche a causa della smisurata proliferazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) vengono pagati 4/5 euro lordi all’ora. Una palese violazione del dettato costituzionale a cui è arrivato il momento di mettere fine stabilendo, così come previsto dalla proposta del ministro Catalfo, l’introduzione di una soglia di dignità sotto la quale i minimi tabellari dei Ccnl non devono scendere”.
Per rendere possibile la riduzione del cuneo fiscale sugli stipendi dei lavoratori dipendenti, sono stati stanziati 3 miliardi di euro per il 2020. Per il 2021 si parla di 5 miliardi di euro. Cosa accadrà dopo?
“Al taglio delle tasse sul lavoro seguirà la riforma fiscale, alla quale stiamo già lavorando. Una legge delega sarà presentata entro aprile. Noi 5 Stelle, non è un mistero, puntiamo a ridurre da 5 a 3 le aliquote Irpef e a misure in favore di incapienti - esclusi dagli 80 euro - e pensionati. La parola d’ordine è ‘semplificazione’ e l’obiettivo finale quello di diminuire veramente la pressione fiscale”.
3 Commenti:
Ma i pensionati sono figli di p .....a?
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