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Riforma delle pensioni, le ultimissime notizie da quota 41 per tutti a opzione donna
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Il confronto tra governo e sindacati è ufficialmente aperto. Dopo il primo incontro sulla riforma delle pensioni 2022, le ultimissime notizie che sono trapelate parlano di un primo step interlocutorio ma costruttivo. I temi centrali restano l’uscita anticipata con quota 41 per tutti, opzione donna e una pensione di garanzia per i giovani. Scopriamo i dettagli.

Il primo incontro tra le parti sulla riforma delle pensioni è servito per stabilire i prossimi step sul confronto (20 gennaio e 7 febbraio, quando si tireranno le somme su una prima valutazione politica del percorso intrapreso) e che è servito anche per confermare la volontà di un dialogo aperto e sulla base della centralità del sistema contributivo per il calcolo pensionistico.

Il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha infatti sottolineato che “nessuno pensa di cambiare il sistema contributivo ma bisogna intervenire sul alcuni aspetti del sistema, dai giovani alle donne, dalla flessibilità in uscita alla previdenza complementare e tenere in considerazione i lavori gravosi perché non tutti i lavori sono uguali”.

A questo proposito, tra i temi messi al centro del confronto sulla riforma delle pensioni c’è la questione dei giovani lavoratori. Per questo si lavora a una delle principali novità, secondo le ultimissime notizie, infatti, i sindacati spingono per una pensione di garanzia per i giovani e per le donne. Ovvero, riconoscere ai fini pensionistici i periodi di disoccupazione, formazione e attività legata all'assistenza e alla cura dei familiari.

In sostanza, la pensione di garanzia si tradurrebbe in un importo fisso di circa 1000 euro lordi al mese dai 65 anni d’età e con 40 anni di lavoro (anche se con buchi contributivi). Non ci sarebbe l’anticipo pensionistico, per permettere alle casse dello Stato di posticipare la spesa senza dover riempire direttamente i buchi contributivi dei precari da subito.

Tra gli altri temi caldi ci sono la conferma strutturale dell'Ape sociale (con annessa estensione a nuove categorie di lavori gravosi) e la libertà di accedere alla pensione anticipata con 62 anni di età o con 41 anni di contributi (la cosiddetta quota 41 per tutti).

Anche opzione donna potrebbe diventare strutturale. Si tratta della possibilità di accedere alla pensione anticipata a 58 anni (59 per le lavoratrici autonome) con 35 anni di contributi versati. Un combinato che però penalizza fortemente la pensione. L’assegno risulta infatti ridotto perché interamente calcolato col sistema contributivo.

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