Con la fine della pandemia l’economia, italiana e non, sembrava pronta a riprendere il via tra le più ottimistiche previsioni. Purtroppo l’invasione russa dell’Ucraina ha messo uno stop alle rosee speranze di ripresa: ora le previsioni di crescita dell’Italia sono state molto ridimensionate. La causa è la grande esposizione che il nostro Paese ha verso la Russia, soprattutto per quanto riguarda l’export di beni di lusso. Vediamo la situazione con le analisi di Prometeia e Barclays.
Effetti della guerra in Ucraina sull’export italiano
Prometeia ha rivisto la crescita italiana 2022 dal 3.6 al 2.3 per cento e l’inflazione da 3.5 a 5,3 per cento. Nonostante infatti la Russia sia un partner commerciale non primario per l’Europa, le sanzioni imposte avranno degli effetti non trascurabili sulla crescita. L’export verso la Russia in Europa conta per lo 0,7 per cento del Pil; in Italia parliamo dello 0,5 per cento. Tuttavia alcuni settori specifici (macchinari, abbigliamento, calzature, prodotti farmaceutici) e alcune regioni d’Italia saranno significativamente colpite dagli effetti del conflitto in Ucraina. Ad esempio, rileva Prometeia, oltre il 25 per cento dell’export italiano verso la Russia proviene dalla Lombardia, mentre le Marche esportano in Russia oltre il 20 per cento del proprio prodotto destinato all’estero.
D’altro canto l’effetto negativo si vedrà, come ormai si sa, anche nell’import di materiale necessario alla produzione: oltre al gas russo, ci mancheranno anche le materie prime industriali (titanio, palladio), agricole (grano e mais), con effetti sulla produzione industriale, che si contrarrà significativamente nei prossimi anni.
Guerra in Ucraina, gli effetti sull’export di lusso in Russia
Ma che fine fanno i beni di lusso diretti in Russia? E’ evidente che con il conflitto e le sanzioni il flusso di prodotti made in Italy di lusso verso le capaci tasche ex-sovietiche si è interrotto, con danni anche importanti per alcune realtà che praticamente contavano solo su di loro per sostentarsi. A livello di grandi brand, tuttavia, il colpo potrebbe non essere troppo letale, tant’è vero che Barclays, nel suo report “Ready for a fashionable comeback“, lascia invariate o quasi le previsioni borsistiche nei prezzi di marchi quotati a Milano come Tod’s e Salvatore Ferragamo, mentre nel caso di brand europei come Moncler, Hermes, LVMH le previsioni sono addirittura al rialzo.
Secondo Barclays, la Russia spiega l’1-2 per cento delle vendite medie dei brand considerati nell’analisi, che arrivano al 2-3 per cento considerando i turisti che fanno shopping all’estero. La flessione per il 2022 stimata da Barclays tuttavia potrebbe limitarsi ad un 2 per cento circa, e potrebbe essere compensata da buone performance su altri mercati. E niente paura se l’inflazione e l’incertezza possono deprimere i consumi; questo avviene solo per la gente comune, mentre, fa notare la banca d’affari, i beni di lusso hanno sempre sovraperformato in tempi di stagflazione, come ahimè sono i presenti.
Sanzioni alla Russia, cosa rischia l'Italia
Cosa rischia l'Italia dopo le minacce russe seguite al sostegno del nostro Governo a sanzioni più dure verso la Russia? Se da un lato si ipotizza una vera e propria missione di spionaggio autorizzata dal nostro Paese in occasione della missione sanitaria russa del marzo 2020, che potrebbe venire rivelata con conseguenze non valutabili al momento, dall'altro una conseguenza più immediata potrebbe essere economica. E' probabile cioè che la Russia sospenda definitivamente, oltre che le importazioni dall'Italia, la fornitura di idrocarburi, che importiamo per oltre il 40 per cento del nostro fabbisogno, come anche dalle materie prime necessarie alla produzione industriale e difficili da reperire altrove.
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