Per gli imprenditori che operano nell'edilizia la disponibilità di manodopera e materiali rappresenta un problema
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Clima di fiducia imprese Istat
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Il clima di fiducia dei consumatori e delle imprese è monitorato dall’Istat, che con i suoi report valuta qual è la situazione in relazione al grado di ottimismo o pessimismo corrente e offre un quadro del sistema economico nel suo complesso. Per capire qualcosa di più, in particolare per quanto concerne le imprese di costruzione, idealista/news ha rivolto qualche domanda a Giancarlo Bruno, responsabile del Servizio statistiche congiunturali sulle imprese dell’Istat. Da quanto emerso, se al momento la domanda non è un problema per questi imprenditori, lo è invece la disponibilità di manodopera e soprattutto di materiali.

Cosa indicano i più recenti dati sul clima di fiducia delle imprese di costruzione?

“In generale, parlando dell’intero settore delle costruzioni, vediamo che dal secondo semestre 2021 il clima di fiducia si è assestato su livelli storicamente assai elevati, che non si vedevano da decenni. In particolare, se consideriamo la costruzione di edifici, abbiamo un leggero ripiegamento dai mesi di maggio, giugno, luglio, un pochino più accentuato nel mese di agosto.

Sul mese di agosto mi permetto di suggerire sempre prudenza nell’interpretazione dei dati, non perché ci siano meno risposte, ma perché spesso ci possono essere degli effetti di stagionalità non colti dai modelli di destagionalizzazione che rendono il dato un po’ più incerto.

Tuttavia, è indubbio che da maggio in poi ci sia stato un leggero ripiegamento. Al momento, i livelli sono ancora elevati e lo vediamo anche dagli indicatori quantitativi che arrivano solo a giugno e che riguardano permessi di costruire, produzione di costruzione”.

Analizzando l’andamento dei dati relativi agli ultimi mesi cosa emerge?

“Andando a vedere le singole domande, i singoli quesiti dell’indagine, tra marzo e aprile abbiamo avuto un livello massimo per il portafoglio degli ordini, mentre a maggio abbiamo avuto un massimo al momento per i livelli di attività. Qui mi riferisco sempre alla costruzione di edifici. Le altre due componenti, che sono l’ingegneria civile e le ristrutturazioni, tra gli incentivi e altro, vanno molto forte in questo periodo”.

Quali sono le principali preoccupazioni delle imprese edili?

“Sicuramente la situazione generale un po’ incide. Si parla, ad esempio, di rialzo dei tassi di interesse, che tipicamente è una variabile molto influente in quanto le abitazioni vengono acquistate generalmente con la concessione di un mutuo. Di conseguenza, il rialzo dei tassi di interesse ha un effetto un pochino depressivo sull’attività edilizia, almeno sulla costruzione di edifici nuovi.

Più nel dettaglio, all’interno dell’indagine c’è una domanda in cui chiediamo mensilmente alle imprese se ci sono ostacoli all’attività di produzione. Ebbene, non ci sono segnalazioni particolari sul livello della domanda, ne emerge quindi che la domanda al momento non è un problema per questi imprenditori, lo è invece la disponibilità di manodopera e soprattutto la disponibilità di materiali. Questi sono dati, specialmente quelli relativi alla disponibilità di materiali, che storicamente sono a livelli che non abbiamo mai osservato. Le imprese che lamentano scarsità di materiali si aggirano sul 15 e il 20%, storicamente questa domanda aveva delle percentuali pari – se non a zero – all’1 o al 2%. La differenza è significativa.

Questo è un aspetto che secondo me può essere interessante segnalare e che magari viene rilevato in altri ambiti. È un’indicazione importante. Si tratta inoltre di una situazione che va avanti da parecchi mesi, che continuiamo a rilevare da otto/nove mesi in termini crescenti. Queste tensioni sull’approvvigionamento e sul reperimento della manodopera coinvolgono diverse imprese del settore. Ciò da un lato testimonia anche la buona salute del settore, ma tale situazione può sicuramente determinare delle tensioni”.

Una riflessione, infine, sul clima di fiducia dei consumatori, che è aumentato tranne che nei giudizi sulla situazione economica familiare e in quelli relativi alla possibilità di risparmiare in futuro. Si può dire che a pesare ci siano le notizie sull’aumento dei tassi, dell’inflazione, sui rincari energetici e sull’incertezza politica in vista delle prossime elezioni?

“Cosa sia a pesare è difficile dirlo con certezza, probabilmente tutte queste notizie hanno un impatto. Non sono però in grado di quantificarlo in base ai dati dell’indagine. L’unica cosa che rileverei è il fatto che è vero che ad agosto c’è stata una ripresa della fiducia dei consumatori, ma semplicemente si è recuperata la caduta di luglio. Siamo ritornati allo stesso livello del mese di giugno.

Fondamentalmente, quello che è stato registrato è che la fiducia dei consumatori è stata molto elevata fino a dicembre/gennaio/febbraio. Ricordo a tal proposito che questa indagine viene svolta nella prima metà del mese, nel dato di febbraio quindi non entrava ancora la guerra o almeno entrava solo nelle intenzioni, non nello scoppio effettivo del conflitto; nel mese di marzo invece abbiamo avuto una forte caduta.

L’indice che stava a 112/113 in presenza è arrivato a 100, quindi è caduto di 10 punti. Si tratta di una caduta importante per questo indicatore, che pure ha delle variazioni molto forti. Da lì si è stabilizzato ed è leggermente sceso a giugno, poi è rimasto in quella zona. A febbraio c’è stato il grosso cambiamento e al momento non ci sono modifiche importanti, anche se mese per mese ci sono delle variazioni, ma sono variazioni di ampiezza molto limitata, coerenti con la variazione campionaria dell’indice”.

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