E' puntualmente arrivato il primo, e ampiamente atteso, rallentamento della Federal Reserve nella sua aggressiva manovra di rialzo dei tassi di interesse contro l'alta inflazione. La Banca centrale statunitense ha aumentato il riferimento sul costo del danaro di 50 punti base (0,50 punti percentuali), dopo una prolungata serie di maxi rialzi da 75 punti base, con cui il riferimento sui fed funds sale a una forchetta del 4,25-4,50%.
La manovra rialzista non è finita, ma ormai il picco è molto vicino visto che secondo le previsioni mediane dello stesso Fomc (il direttorio che governa la politica monetaria Usa) i fed funds raggiungeranno il il 5,1% nel 2023, per poi moderarsi a 4,1% già nel 2024 e al 3,1% nel 2025. Le nuove previsioni sono state riviste al rialzo.
"Non siamo ancora ad una linea sufficientemente restrittiva ed è per questo che alzare ancora i tassi sarà appropriato", ha affermato il presidente Jay Powell, nella conferenza stampa al termine della riunione. Ma "ora la questione più importante non è più la velocità" con cui si alzano i tassi, ma "la durata per la quale verranno mantenuti a livello restrittivo".
La Fed ha anche ritoccato al ribasso le previsioni di crescita economica negli Usa, specialmente sul 2023 per cui ora prevede una espansione limitata allo 0,5% a fronte del più 1,2% indicato tre mesi fa. Sul 2024 stima un più 1,6% e sul 2025 più 1,8%. Contestualmente, ha rivisto al rialzo le previsioni di inflazione: 5,6% sulla media di quest'anno, 3,1% il prossimo, 2,5% nel 2024 e 2,1% del 2025. Tre mesi fa sull'inflazione prevedeva rispettivamente 5,4%, 2,8%, 2,3% 2% nel 2025.
Data la mole di restrizione monetaria già effettuata e che deve ancora scaricarsi nell'economia "la cosa appropriata ora è muoversi ad un ritmo più lento" sui rialzi dei tassi, ha detto ancora Powell. E sul prossimo aumento "non posso dire oggi di quanto sarà, dipenderà da una serie di fattori", ha aggiunto interpellato sull'ipotesi che possa essere di soli 25 punti base.
"Penso che riusciremo a rimettere l'inflazione sotto controllo". Ma ha puntualizzato che "ci vorranno ulteriori evidenze consistenti per dimostrare che l'inflazione è sulla giusta strada". Ad ogni modo gli ultimi dati (a novembre il caro vita degli Usa si è moderato ai minimi da quasi un anno) "ci danno fiducia sulle nostre attese di forti cali dell'inflazione il prossimo anno".
Non entusiastica la reazione di Wall Street che a 20 minuti da fine sessione vede il Dow Jones al meno 0,755 e il Nasdaq al meno 1,075. Il dollaro ha continuato a cedere leggermente, con l'euro salito fino a 1,0663 sul biglietto verde. Poco mossi appena sotto il 3,5% i tassi sui titoli decennali del Tesoro Usa.
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