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Il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo della legge di Bilancio 2025, che introduce anche alcune novità che riguardano le pensioni. Oltre alle proroghe attese per i meccanismi di pensionamento anticipato come Ape sociale e opzione donna, è arrivata (un po’ a sorpresa) la conferma per un altro anno di quota 103. Scopriamo cosa cambia con le ultime notizie sulla Manovra finanziaria.

Cosa cambia per le pensioni nel 2025?

Verrebbe da dire che tutto cambia per non cambiare. Dopo il lungo dibattito sulle novità da introdurre per le modalità di pensionamento anticipato, il governo, tramite la legge di Bilancio 2025, ha deciso di prorogare non solo Ape sociale e opzione donna, ma anche quota 103. Di fatto, si rimanda ulteriormente il dibattito sulla riforma delle pensioni.

Inoltre, anche nel 2025 l'età minima di accesso alle pensioni di vecchiaia sarà fissata a 67 anni di età (sia per gli uomini che per le donne). È bene ricordare anche che la normativa di riferimento prevede che l'età per il pensionamento venga rivalutata ogni due anni e fissata sulla base della variazione della speranza di vita calcolata dall'Istat (gli attuali requisiti dovrebbero rimanere invariati fino al 2026).

Proroga quota 103

Dopo un lungo dibattito circa il superamento di quota 103 la principale novità in tema previdenziale è che la legge di Bilancio decide di non cambiare: prorogata, infatti, quota 103 per un altro anno. Nessuna quota 41 per tutti, malgrado la Lega di Salvini caldeggia tale opzione da diverso tempo.

Possono accedere a quota 103 i lavoratori con i seguenti requisiti:

  • 62 anni d’età;
  • 41 anni di contributi.

Lo scorso anno era previsto anche che scattasse un tetto all'importo dell'assegno, che non potrà superare le 5 volte il minimo Inps: circa 36.600 euro l'anno fino alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Il trattamento non potrà essere cumulato con altri redditi da lavoro, esclusi quelli da lavoro autonomo occasionale fino a un massimo di 5mila euro.

Lo schema di quota 103 nel 2024 prevedeva anche un bonus per chi decidesse di continuare a lavorare anche se in possesso dei requisiti per l’uscita anticipata. Nel dettaglio, si tratta di un esonero contributivo di circa il 10%, che consente un aumento dello stipendio della stessa misura. Ma, allo stesso tempo, l'importo della pensione rimarrebbe congelato al livello maturato al momento del rinvio, rimanendo quindi di fatto penalizzato.

Proroga Ape sociale

Era invece attesa la proroga della pensione anticipata con Ape sociale e, difatti, non ci sono state sorprese. Si tratta di una pensione anticipata a cui si può accedere una volta raggiunti i 63 anni e cinque mesi di età, riservata ai lavoratori che si trovano in una delle seguenti situazioni:

  • disoccupati;
  • care giver;
  • persone con invalidità almeno del 74% e con almeno 30 anni di contributi;
  • impiegati in attività usuranti con almeno 36 anni di contributi.

Proroga opzione donna

Via libera scontato anche per la proroga di opzione donna, la pensione anticipata prevista per le lavoratrici con un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di almeno 61 anni. Il requisito anagrafico di 61 anni, però, si riduce di un anno per ciascun figlio, nel limite massimo di due anni. Le età di accesso a opzione donna, quindi, sono:

  • 61 anni per le donne senza figli;
  • 60 anni per le donne con un figlio;
  • 59 anni per le donne con 2 o più figli.

Bonus per chi continua a lavorare

Trova conferma l’indiscrezione che circolava già da quest’estate, la legge di Bilancio 2025 rintrodurrà il cosiddetto bonus Maroni, per rendere economicamente più conveniente la rinuncia alla pensione anticipata fino al maturare dei requisiti previdenziali. Decidendo di continuare a lavorare, pur in presenza dei requisiti per la pensione anticipata (62 anni di età e 41 anni di contributi), si potrà ottenere in busta paga (su domanda all’Inps) un aumento del 9,19%, ossia un’esenzione dal versamento dei contributi sullo stipendio dovuti dal lavoratore.

Le altre novità

Per quanto riguarda il tema delle rivalutazioni, il ministro Giorgetti ha dichiarato apertamente che "sulle pensioni ci sarà la rivalutazione piena" e "la rivalutazione delle minime". Per quanto riguarda le pensioni minime, la posizione di Forza Italia spinge per arrivare a quota 640 euro.

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