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L’Inps ha comunicato degli importanti aggiornamenti che riguardano il processo di verifica per l’erogazione dell’assegno di inclusione. Nello specifico, le novità riguardano i controlli sulle condizioni di svantaggio dichiarate nelle domande per il sostegno anche per i soggetti seguiti dal sistema penitenziario. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere al riguardo.

Cos’è l’assegno di inclusione

L'assegno di inclusione è una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata al possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, alla prova dei mezzi sulla base dell'ISEE, alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e all'adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.

L'assegno di inclusione verrà erogato mensilmente per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per ulteriori 12 mesi. Allo scadere dei periodi di rinnovo è sempre prevista la sospensione di un mese.

L’accettazione della domanda per l’assegno di inclusione è condizionata al possesso di alcuni requisiti che, nel 2025, sono stati aggiornati come segue:

  • innalzamento della soglia del valore Isee da 9.360 euro a 10.140 euro;
  • innalzamento del reddito familiare da 6.000 euro a 6.500 euro e da 7.560 euro a 8.190 euro per il nucleo familiare composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni o da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, da moltiplicare per il parametro della scala di equivalenza individuato ai sensi del comma 4 del citato articolo 2;
  • aumento della soglia del reddito familiare per l’accesso all’ADI a 10.140 euro nei casi in cui il nucleo familiare risieda in abitazione in locazione, secondo quanto risulta dalla Dsu resa ai fini dell’Isee.

Nuove funzionalità per la verifica dei requisiti

L’Inps ha comunicato recentemente l'estensione del servizio "Validazione delle certificazioni ADI" anche agli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (UEPE) del Ministero della Giustizia.  Il servizio, che era già attivo per le strutture sanitarie da febbraio 2024, permetterà di verificare le condizioni di svantaggio dichiarate nelle domande di assegno di inclusione anche per i soggetti seguiti dal sistema penitenziario.

Gli UEPE possono validare direttamente le certificazioni relative alle condizioni di svantaggio e all'inserimento in programmi di cura e assistenza dei richiedenti l'ADI e dei componenti del loro nucleo familiare. La verifica è considerata positiva anche se non viene registrata entro 60 giorni dalla comunicazione dell'INPS.

Nella sezione "Quadro C" del modello di domanda ADI, è possibile adesso indicare tra le opzioni disponibili anche il Ministero della Giustizia, selezionando lo specifico UEPE competente dal menu a tendina. Sul portale istituzionale, all’interno del servizio ADI, sono disponibili le tabelle con tutte le articolazioni degli uffici per regioni e province. In caso di errore nell'indicazione dell'amministrazione, è possibile richiedere la correzione dei dati alla struttura INPS competente prima del completamento dell'istruttoria.

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