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L’Ue torna all’attacco: “L’Italia sposti le tasse dal lavoro alla casa”. Renzi: “Decideremo noi”
GTRES

L’Unione europea torna a bacchettare l’Italia sul fronte della tassazione sulla casa. Con il rapporto annuale della Commissione Ue sulla fiscalità, i tecnici di Bruxelles hanno fatto sapere che l’Italia come molti altri Stati membri ha “un peso fiscale relativamente alto sul lavoro e ci sarebbe almeno un margine per spostare il peso fiscale a imposte meno distorsive, come quelle sui consumi, quelle ricorrenti sulla proprietà immobiliare e quelle sull’ambiente”. Molti, Italia inclusa, hanno “il potenziale per finanziare lo slittamento aumentando le tasse meno dannose per la crescita”.

L’Ue: “Modificare la struttura tributaria nell’ambito della tassazione sui beni immobiliari”

Nel rapporto è stato poi sottolineato che il nostro Paese, come altri Stati membri, “ha tasse relativamente alte sulle compravendite immobiliari mentre le tasse annuali sulla proprietà non sono particolarmente alte”, per cui “c’è spazio per migliorare l’efficacia modificando la struttura tributaria nell’ambito della tassazione sui beni immobiliari”.

Renzi conferma l’eliminazione della tassa sulla prima casa

Non è trascorso neppure un mese e l’Ue è tornata a farsi sentire. Ma anche questa volta il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si è mostrato fermo e deciso. Da New York è arrivata immediata la sua risposta. Il Capo del governo ha così replicato: “Quali tasse ridurre lo decidiamo noi, non un euroburocrate a Bruxelles”. Aggiungendo: “Compito dell’Ue non è mettere bocca su quali scelte fiscali fa uno Stato. Non deve decidere al posto dei singoli governi”. E ancora: “Confermo l’eliminazione nella legge di Stabilità della tassa sulla prima casa per tutti e per sempre”.

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mauro
29 Settembre 2015, 22:32

In un momento di grande difficoltà per l'economia del paese e per questo governo non eletto, nella stizza di questo personaggio sono riposte tutte le speranze di coloro che pensano esclusivamente al proprio orticello non capendo ancora che una elevata tassazione del lavoro porta le aziende a licenziare, a fallire, a portare la produzione all'estero mentre il governo introdurrà altre nuove tasse per finanziare la spesa pubblica.

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