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Perché cancellare Tasi e Imu sulla prima casa può favorire i più ricchi e quale può essere l’alternativa
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La promessa del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, relativa all’abolizione delle tasse sulla prima casa ha suscitato molti dubbi. E’ diffusa la convizione che si tratti di una mossa elettorale e che di fatto un intervento di questo tipo finisca solo per favorire i contribuenti più ricchi. Di tale avviso è anche l’associazione Nens, dell’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco e dall’ex premier e segretario del Pd Pierluigi Bersani, che ha sottolineato: "Le prime abitazioni non sono tutte uguali".

Uno studio del centro studi Nens ha evidenziato che un riordino complessivo del sistema deve essere orientato a obiettivi di semplificazione per il contribuente, equità ed efficienza. Qual è, dunque, secondo il Nens il problema della detassazione sulla prima casa? Presto detto.

Secondo l’associazione la detassazione della “prima casa” costituisce una forzatura del sistema di tassazione: le prime case infatti non sono tutte uguali. Il Nens ha sottolineato: “C’è la casa popolare e la grande villa e la condizione economica degli affittuari è (spesso) peggiore di quella di chi è proprietario della casa di abitazione. I giovani hanno meno prime case in proprietà rispetto agli anziani. Il rischio è di detassare i contribuenti più ricchi. Può essere giusto (pratico) prevedere una esenzione per le abitazioni di minor valore, ma non per tutte le prime case di maggior valore”.

Così il centro studi Nens ha pensato di indicare una proposta alternativa. L’obiettivo è lo stesso, ridurre la pressione fiscale, ma redistribuendo il carico fiscale. In che modo? Nello studio “Una revisione dell’imposizione immobiliare”, il Nens ha evidenziato i seguenti elementi:

- accorpamento delle imposte esistenti, in modo da semplificare le procedure per  contribuenti e renderle più trasparenti;

- razionalizzazione delle basi imponibili;

- riforma delle aliquote;

- cancellazione delle imposte sugli affitti (Irpef e cedolare secca);

- trasformazione delle imposte di registro, ipotecarie e catastali, da prelievo percentuale in tassa fissa ottenendone una sostanziale eliminazione;

- modifica dell’imposta di successione lasciando inalterate le attuali soglie esenti;

- introduzione di un’imposta progressiva su base familiare sui patrimoni immobiliari più consistenti.

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