Riflettori puntati sulle imposte di registro per il conferimento di immobili a fondi specializzati. E’ caos in seguito alla risposta dell’Agenzia delle Entrate all'interpello presentato da Assoprevidenza.
Come sottolineato da un articolo del Sole 24 Ore, tutto è nato dalla risposta dell’Agenzia delle Entrate all’interpello presentato da Assoprevidenza (n. 954-826/2015), reso pubblico dal richiedente sugli “sconti” tributari per il trasferimento della proprietà degli immobili a fondi immobiliari. Fino ad oggi su questi passaggi si paga l’imposta di registro in misura fissa (200 euro), che in alcuni casi comprende anche l’imposta ipotecaria e catastale, mentre in altri casi (quando a liberarsi dell’immobile è un fondo pensione) scende a 51,64 euro.
Secondo le Entrate il trattamento tributario di cui sopra però è “agevolativo” e come tale è stato abrogato da una legge di 7 anni fa (dlgs 23/2011) integrata e circoscritta tre anni dopo da altri due provvedimenti (dl 133/2014 convertito nella legge 164/14). I trasferimenti di immobili verso i fondi immobiliari dovrebbero dunque essere tassati da quelle date non più in misura fissa e agevolata, ma con imposte di registro in misura proporzionale e con le imposte catastali e ipotecarie applicate normalmente alle altre transazioni immobiliari.
La Commissione provinciale tributaria di Roma con la sentenza 1699 del 18 gennaio scorso ha sostenuto che, nel silenzio ufficiale dell’Agenzia, si è formata una disciplina “settoriale”. Ma la questione è complessa e più che mai aperta.
La stessa Assoprevidenza, nella circolare ai suoi associati, ha assicurato che queste tematiche “continueranno a formare oggetto di riflessione tecnica, con l’ottica di realizzare nuovi momenti di confronto dialettico con l’Amministrazione finanziaria e, se del caso, ottenere chiarimenti specifici ad opera del legislatore”.
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