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“Con la pace fiscale l'errore è dietro l'angolo, meglio affidarsi a un professionista”
Avvocato Emmanuela Bertucci

In attesa che si tramuti in legge, il testo del decreto fiscale che contiene la pace fiscale continua a tenere banco. Per chiarire dubbi e incertezze, la redazione di idealista/news ha intervistato l’avvocato Emmanuela Bertucci di ADUC (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) che ha fatto luce sui punti più dibattuti e sulle modalità con cui poter accedere al condono.

Quali sono secondo lei le novità più importanti introdotte dalla pace fiscale?

"Il decreto fiscale si muove su tutti i fronti della 'vita fiscale' del contribuente, dai redditi non dichiarati, agli accertamenti fiscali, alle riscossioni tramite cartella esattoriale, alle liti fiscali. Propone soluzioni per quasi tutti i debiti fiscali non pagati, consentendo di pagare solo le imposte evase e non le sanzioni, oppure permettendo una lunga rateazione delle cartelle esattoriali.

Una delle novità più attese, però, non è contenuta nel decreto fiscale: il saldo e stralcio delle cartelle. Come vedremo, per chiudere i debiti fiscali pagando percentuali molto basse del debito si dovrà (forse) aspettare la legge di conversione del decreto".

Uno dei quesiti ricorrenti su questo tema è “a chi conviene?”, ha senso porsi questa domanda?

"La domanda potrebbe essere mal posta, nel senso che conviene a chiunque abbia debiti fiscali e voglia regolarizzare la propria posizione. Non 'conviene' invece, nel senso che non ne potranno usufruire, a tutti i contribuenti che hanno sempre pagato regolarmente le tasse, anche a costo di duri sacrifici.

La popolarità del provvedimento può allora essere massima o minima a seconda di chi lo legge. Sapere che se non avessi pagato tutti quei debiti sotto i 1.000 euro oggi mi sarebbero stati condonati porta il cittadino a pensare che le tasse è meglio evaderle, perché a pagare e morire – come si dice – c'è sempre tempo".

Come funzionerà il condono per Imu, Tasi e Tari?

"Non c'è una disciplina specifica. Anche i tributi locali, la cui riscossione sia stata affidata agli agenti di riscossione rientrano nella disciplina della 'pacificazione fiscale', quindi saranno stralciati i debiti residui fino a 1.000 euro e sarà possibile rottamare le cartelle. Al momento, restano fuori dallo stralcio dei debiti sotto i 1.000 euro tutti quei tributi che gli enti locali riscuotono tramite ordinanza ingiunzione".

Per accedere al saldo e stralcio delle cartelle cosa bisognerà fare?

"Il saldo e stralcio delle cartelle, cioè l'annunciata possibilità di saldare le cartelle esattoriali pagando, in base al proprio indicatore ISEE, il 6%, 10% e 25% del totale dovuto non è previsto nel decreto fiscale pubblicato in Gazzetta Ufficiale. È un provvedimento annunciato, discusso, ma ad oggi non è legge. Potrebbe essere aggiunto al decreto in sede di conversione in legge durante il percorso parlamentare".

La cancellazione delle mini cartelle sotto i 1.000 euro sarà automatica o andrà richiesta?

"Il decreto fiscale prevede la cancellazione automatica dei debiti di importo fino a 1.000 euro - comprensivi di capitale dovuto, interessi e sanzioni – la cui riscossione è stata affidata all'agente della riscossione dal 1º gennaio 2000 al 31 dicembre 2010. Ciò vuol dire che anche la cartella esattoriale che ci è stata notificata successivamente potrebbe rientrare nella cancellazione se l'affidamento del carico (più comprensibilmente, dell'incarico di riscossione) è avvenuto in quel periodo.

Attenzione, perché la legge fa riferimento ai 'singoli carichi' di importo fino a 1.000 euro, non alle cartelle esattoriali di importo fino a 1.000 euro e la differenza è sostanziale, perché capita spesso che in una singola cartella siano richiesti importi a diverso titolo, per diversi tributi: per esemplificare, la cartella di valore complessivo di 2.000 euro, di cui 1.000 richiesti per un tributo e 1.000 per un altro sarà cancellata.

La cancellazione è automatica anche per le cartelle il cui debito residuo sia complessivamente inferiore a 1.000 euro: se ad esempio ho ricevuto una cartella per complessivi 6.000 euro e ne ho pagati 5.000, il debito residuo verrà cancellato.

Il contribuente non dovrà fare nulla e l'operazione dovrebbe concludersi entro il 31 dicembre 2018. Quel che il cittadino può fare, successivamente, è verificare che in effetti la cartella sia stata cancellata".

In cosa differisce la rottamazione ter dalle rottamazioni precedenti?

"La differenza principale riguarda il numero di rate, che potranno essere fino a dieci".

Quali sono i meccanismi che regoleranno dichiarazione integrativa, avvisi di accertamento, liti fiscali pendenti e processi verbali di constatazione?

"In tutte queste situazioni converrà sempre farsi assistere da un professionista di propria fiducia, poiché l'errore è dietro l'angolo. Per grandi linee, per i procedimenti di accertamento in corso e per i processi verbali di contestazione, il decreto fiscale dà la possibilità di pagare l'importo dovuto per il solo capitale, evitando le sanzioni.

Chi ha una lite fiscale pendente al 24 ottobre 2018 potrà chiuderla pagando percentuali diverse a seconda dell'avanzamento del procedimento e alla 'ragione' fino a quel momento riconosciuta al contribuente dai giudici tributari.

Più hai avuto ragione in giudizio finora, meno paghi. E quindi se il contribuente ha vinto il processo tributario di primo grado e la causa è in secondo grado potrà chiudere la lite fiscale pagando il 50% del valore della controversia, mentre se il contribuente ha vinto in secondo grado e la causa pende in Cassazione potrà chiudere la lite pagando il 20% del valore della controversia.

Da ultimo, la dichiarazione integrativa speciale consente, a chi:

- ha presentato – se obbligato – la dichiarazione dei redditi fra il 2013 e il 2016;

- non ha accertamenti tributari in corso;

- non ha attività finanziarie o patrimoniali all’estero

di dichiarare ulteriori somme (o meglio ‘di correggere errori od omissioni ed integrare le dichiarazioni fiscali presentate fino al 31 ottobre 2017’) senza pagare sanzioni. Con la dichiarazione integrativa si potranno fare emergere fino a 100mila euro per periodo d’imposta e comunque non oltre il 30% di quanto dichiarato. Il contribuente pagherà sulle somme di cui alla dichiarazione integrativa un’imposta sostitutiva del 20%".

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