Cosa prevede l’articolo 15, comma 1, lett. b, del Tuir
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L’articolo 15, comma 1, lett. b, del Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi) prevede il diritto di effettuare la detrazione degli interessi passivi sul mutuo contratto per l’acquisto dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale. Ma cosa accade in caso di trasferimento della residenza? O meglio, cosa accade in caso di trasferimento all’estero? Sul punto è intervenuto il Fisco che ha offerto alcuni chiarimenti.

Lo spunto è arrivato con un quesito posto a Fisco Oggi, la rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate: “Mio figlio ha un mutuo prima casa dal 2015 e ha usufruito in questi anni delle detrazioni per gli interessi passivi. A breve dovrebbe trasferirsi all’estero per motivi lavorativi. Potrà continuare ad usufruire delle detrazioni sul 730?”.

Nel ricordare proprio quanto previsto dall’articolo 15, comma 1, lett. b, del Tuir, il Fisco ha precisato che il diritto alla detrazione degli interessi passivi sui mutui contratti per l’acquisto dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale non si perde in caso di trasferimento all’estero per motivi di lavoro, avvenuto dopo l’acquisto.

Attenzione però, ci sono delle condizioni da rispettare. Nel dettaglio, la possibilità di detrarre gli interessi passivi sui mutui contratti per l’acquisto dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale vale a condizione che:

  • vengano rispettate tutte le condizioni previste dalla citata norma;
  • permangano le esigenze lavorative che hanno determinato lo spostamento della dimora abituale;
  • il contribuente non abbia acquistato un immobile da adibire ad abitazione principale nello Stato estero di residenza.

Detrazione interessi passivi sul mutuo, cosa prevede la norma

L’articolo 15, comma 1, lett. b, del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir) prevede che dall’imposta lorda si possa detrarre un importo pari al 19 per cento de seguenti oneri sostenuti dal contribuente, se non deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo: 

gli interessi passivi, e relativi oneri accessori, nonché le quote di rivalutazione dipendenti da clausole di indicizzazione pagati a soggetti residenti nel territorio dello Stato o di uno Stato membro della Comunità europea ovvero a stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di soggetti non residenti in dipendenza di mutui garantiti da ipoteca su immobili contratti per l’acquisto dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale entro un anno dall’acquisto stesso, per un importo non superiore a 4.000 euro. 

L’acquisto della unità immobiliare deve essere effettuato nell’anno precedente o successivo alla data della stipulazione del contratto di mutuo. Non si tiene conto del suddetto periodo nel caso in cui l’originario contratto è estinto e ne viene stipulato uno nuovo di importo non superiore alla residua quota di capitale da rimborsare, maggiorata delle spese e degli oneri correlati. 

In caso di acquisto di unità immobiliare locata, la detrazione spetta a condizione che entro tre mesi dall’acquisto sia stato notificato al locatario l’atto di intimazione di licenza o di sfratto per finita locazione e che entro un anno dal rilascio l’unità immobiliare sia adibita ad abitazione principale. Per abitazione principale si intende quella nella quale il contribuente o i suoi familiari dimorano abitualmente. 

La detrazione spetta non oltre il periodo d’imposta nel corso del quale è variata la dimora abituale; non si tiene conto delle variazioni dipendenti da trasferimenti per motivi di lavoro. Non si tiene conto, altresì, delle variazioni dipendenti da ricoveri permanenti in istituti di ricovero o sanitari, a condizione che l’unità immobiliare non risulti locata. 

Nel caso l’immobile acquistato sia oggetto di lavori di ristrutturazione edilizia, comprovata dalla relativa concessione edilizia o atto equivalente, la detrazione spetta a decorrere dalla data in cui l’unità immobiliare è adibita a dimora abituale, e comunque entro due anni dall’acquisto. 

In caso di contitolarità del contratto di mutuo o di più contratti di mutuo il limite di 4.000 euro è riferito all’ammontare complessivo degli interessi, oneri accessori e quote di rivalutazione sostenuti. 

La detrazione spetta, nello stesso limite complessivo e alle stesse condizioni, anche con riferimento alle somme corrisposte dagli assegnatari di alloggi di cooperative e dagli acquirenti di unità immobiliari di nuova costruzione, alla cooperativa o all’impresa costruttrice a titolo di rimborso degli interessi passivi, oneri accessori e quote di rivalutazione relativi ai mutui ipotecari contratti dalla stessa e ancora indivisi. 

Se il mutuo è intestato ad entrambi i coniugi, ciascuno di essi può fruire della detrazione unicamente per la propria quota di interessi; in caso di coniuge fiscalmente a carico dell’altro la detrazione spetta a quest’ultimo per entrambe le quote.
 

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