Sta per scattare il conto alla rovescia al mese di dicembre, tradizionalmente legato alla ricerca dei regali di Natale. Quest’anno però oltre a giochi e giocattoli, può essere una buona idea, per i più piccoli, mettere sotto l’albero non tanto la classica “busta” contenente euro, ma un investimento( che altro non è che una somma di denaro destinata a crescere nel tempo).
In questo modo genitori e nonni possono infatti donare non un oggetto da utilizzare nell’immediato, bensì un opportunità da cogliere in futuro, come un percorso di istruzione o di specializzazione oppure un’esperienza all’estero.
Pensare oggi a questi temi vi sembra prematuro? Qui sotto vi spieghiamo perché è una buona idea investire per figli e nipoti (anche nel settore immobiliare)
- Quando iniziare ad investire per i figli e perché
- Come iniziare: non solo buoni postali
- Libretti di risparmio: utile, ma solo per gestire la liquidità
- Buoni fruttiferi postali fino ai 18 anni: come funzionano
- Conti deposito: rendimenti contenuti e rischi bassi
- Polizze vita: tante formule per diverse esigenze
- Titoli di Stato: per chi guarda a lungo termine
- Investimenti immobiliari: lasciare casa ai figli e ai nipoti
- Con i Piani di Accumulo Capitale (Pac) si può investire “a rate”
- Pensione integrativa: vantaggi fiscali per genitori e figli
Quando iniziare ad investire per i figli e perché
Pensare a investire oggi per i bambini, anche molto piccoli, può sembrare una mossa eccessivamente prematura. Eppure sono ben noti i costi necessari per assicurare ai ragazzi una formazione di buon livello, in Italia o all’estero, oppure un’esperienza di studio in un altro Paese.
Prima si comincia quindi a pensare a come sostenere questi costi e meglio è per due motivi: i bambini non hanno bisogno nell’immediato dei soldi e il tempo è il più grande alleato degli investimenti, soprattutto grazie alla capitalizzazione degli interessi. Iniziare fin da subito consente inoltre di limitare l’importo accantonato: molto banalmente, mettere da parte 100 euro al mese per cinque anni, ad esempio, è molto meno faticoso che reperire 6 mila euro tutti in una volta per pagare l’iscrizione a un master in Italia.
Come iniziare: non solo buoni postali
Prima di scegliere uno strumento finanziario, occorre fare una precisazione: in Italia la legge non permette l’apertura di un conto titoli o di un conto d’investimento per minorenni. In realtà questa previsione non è da considerarsi come un limite, ma piuttosto come una tutela. Molti genitori infatti preferiscono mantenere il controllo sugli investimenti destinati ai minori per far sì che essi non ne assumano subito il controllo appena raggiunta la maggiore età.
Oggi esistono varie soluzioni per destinare ai minori risorse economiche nel lungo termine, diverse dai tradizionali libretti di risparmio o dai buoni postali molto in voga tanti anni fa. La differenza è data dai costi, dalle tipologie di rischio e dai potenziali rendimenti che è possibile ottenere.
Tra gli strumenti utili per partecipare all’andamento dei mercati finanziari nel lungo termine vi sono, ad esempio, i piani di accumulo che, attraverso i fondi di investimento e gli Etf, investono nel mercato azionario. Allo stesso tempo è possibile stipulare una polizza vita o sottoscrivere un fondo pensione, strumenti che offrono ai genitori anche importanti vantaggi fiscali.
Libretti di risparmio: utile, ma solo per gestire la liquidità
I libretti di risparmio sono tra le soluzioni più tradizionali per depositare liquidità destinata ai minori: i costi di gestione sono assenti o tendenzialmente molto bassi. Si può versare e prelevare denaro in qualsiasi momento ma, di solito, si ottengono tassi d’interesse molto bassi. Per questo motivo, non si può considerare il libretto di risparmio ( postale o bancario) come una forma di investimento vera e propria, quanto piuttosto una modalità molto economica di gestire il denaro per le spese relative al minore.
Buoni fruttiferi postali fino ai 18 anni: come funzionano
I Buoni Fruttiferi Postali dedicati ai minori (BFP Minori), offrono tassi variabili: il rendimento effettivo annuo lordo cambia sulla base della lunghezza del periodo di possesso (dalla data di sottoscrizione fino al compimento del 18° anno di età dell’intestatario). Si va da un minimo del 2,50% fino a un massimo del 4,00% sull’importo investito.
Facciamo un esempio pratico. Per festeggiare la nascita di un nipotino nato il 1 ottobre di quest’anno, i nonni hanno deciso di donare un importo pari a 10mila euro da destinare al compimento della maggiore età (per l’acquisto della prima auto o per sostenere le spese di un corso post laurea all’estero). Se invece di mettere la somma su un libretto postale avessero deciso di investirla in un buono fruttifero postale, avrebbero incrementato l’ammontare complessivo. Il valore di rimborso netto del buono postale ( al netto delle tasse pari al 12,50% ) al compimento del 18° anno di età su un capitale investito di 10mila euro sarebbe stato di 18.860,40 euro.
Ovviamente, più l’importo sottoscritto in buoni postali è elevato e più interessante sarà il rendimento, ma non occorre aspettare di avere grandi importi per trarre vantaggio da questa formula. È infatti possibile acquistare il Buono minori a partire da 50 euro. È possibile inoltre acquistare i Buoni anche tramite un piano di accumulo: il “Piano di risparmio Piccoli e Buoni”. In questo caso i Buoni vengono emessi in forma dematerializzata, automaticamente e con una periodicità stabilita.
Conti deposito: rendimenti contenuti e rischi bassi
Per custodire i risparmi destinati a figli e nipoti, anche il conto deposito è una soluzione da valutare. I rendimenti sono notoriamente bassi, ma tendono ad aumentare quando si vincolano le somme. A fronte di interessi più elevati, bisogna lasciare il capitale fermo fino alla scadenza prefissata, altrimenti si perde il vantaggio del tasso d’interesse più alto e talvolta è necessario pagare una penale. Sebbene il rendimento sia basso più contenuto rispetto ad altre forme di investimento, i rischi sono bassi e sfruttano il fattore “tempo”, un elemento importante quando si parla di investimenti a favore del minore.
Polizze vita: tante formule per diverse esigenze
Anche un’assicurazione sulla vita può essere un valido investimento per il minore. Esistono polizze vita di ogni tipo tra cui scegliere e variano in base alla durata, alla cadenza dei versamenti e alla flessibilità prevista dal contratto. Alcuni genitori preferiscono stipulare una polizza vita a proprio nome, indicando i figli come beneficiari. Anche questa è una soluzione praticabile e prevede la possibilità di coprire anche imprevisti diversi, come l’invalidità del genitore o la sua inabilità al lavoro.
Titoli di Stato: per chi guarda a lungo termine
Nell’ambito delle strategie di investimento a lungo termine per i minori, anche i Titoli di Stato rappresentano un’alternativa interessante. Caratterizzati da una scadenza che può variare, questi strumenti di debito pubblico presentano il vantaggio di essere garantiti dallo Stato emittente, offrendo così una solida protezione contro il rischio. Un ulteriore vantaggio offerto dai Titoli di Stato anche nel caso degli investimenti per minorenni è il cosiddetto meccanismo premiale per incentivare la detenzione a lungo termine dei titoli. In pratica, mantenendo l’investimento fino alla scadenza del titolo, l’investitore può beneficiare di un incremento del rendimento.
Investimenti immobiliari: lasciare casa ai figli e ai nipoti
Acquistare casa per poi lasciarla ai figli o ai nipoti è un dono di grande valore ma deve essere attentamente valutato perché oltre ai costi di manutenzione da sostenere, occorre tener conto delle tasse. Nell’attesa che arrivi il momento di intestarlo al minore, l’immobile può essere dato in locazione: in questo modo è possibile coprire i costi di manutenzione, le spese condominiali o il costo di un eventuale mutuo. Si tratta tuttavia, come si dice in “gergo tecnico” di un investimento poco “liquido”: qualora il minore, una volta diventato proprietario dell’immobile, volesse venderlo subito potrebbe far fatica a trovare l’acquirente in tempi brevi ( fatta eccezione per alcuni mercati molto dinamici come quelli delle grandi città).
Con i Piani di Accumulo Capitale (Pac) si può investire “a rate”
Aprire un piano di accumulo per bambini implica contribuire regolarmente a un piano di investimento.
Rappresenta una soluzione adatta per chi ha un orizzonte temporale di medio-lungo periodo e vuole investire in modo graduale sui mercati finanziari. Consente un’esposizione progressiva ai mercati finanziari e distribuita nel tempo, e ciò lo rende uno strumento molto efficace per investire in mercati volatili, ossia che presentano prezzi molto variabili.
Questo strumento è inoltre molto flessibile: è possibile in ogni momento sospendere o interrompere il Piano, modificare la periodicità, il numero e l’importo delle rate.
La sottoscrizione di un PAC comporta però dei costi fissi non solo all’apertura e al momento del disinvestimento (la vendita del fondo), come nel caso della sottoscrizione di un fondo in unica soluzione (che in questo caso di chiama PIC), ma anche al versamento delle rate. Questi costi sono di solito di importo relativamente basso (ad esempio 10 euro all’apertura e al disinvestimento del PAC/PIC e un euro per ogni versamento delle rate di un PAC), ma possono incidere nel caso di PAC effettuato per cifre molto basse (ad esempio un investimento di 50 euro al mese per un anno).
Pensione integrativa: vantaggi fiscali per genitori e figli
Quando si parla di fondo pensione per i figli si fa riferimento a un prodotto di risparmio e d’investimento, con il quale il genitore può integrare il trattamento pensionistico che sarà erogato al figlio dall’Inps ( una volta che avrà raggiunto l’età e i requisiti per smettere di lavorare).
Si tratta di una forma di previdenza complementare, messa a disposizione da banche e assicurazioni. Questa particolare modalità di investimento presenta diversi vantaggi. Per quanto riguarda quelli fiscali, il primo beneficio è dato dalla deducibilità delle somme versate Ogni anno è possibile portare in deduzione fino a 5.164,57 euro di contributi versati alla previdenza complementare.
Altro vantaggio fiscale, collegato all’anzianità contributiva, riguarda la futura fase di erogazione: la tassazione sulla prestazione pensionistica inizialmente pari al 15% scende dello 0,3% all’anno dopo il 16° anno di adesione al Fondo, fino ad arrivare a un minimo del 9 per cento. Infine, ma solo a determinate condizioni, è possibile richiedere delle anticipazioni ( molto utile ad esempio nel caso in cui il minore, una volta diventato adulto, voglia acquistare casa).
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