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La Corte costituzionale ha dichiarato “illegittimo il blocco dei contratti e degli stipendi della Pubblica amministrazione, ma non per il passato”. Questo vuol dire che la bocciatura non ha effetto retroattivo. Gli effetti della decisione saranno, dunque, efficaci solo dalla data di pubblicazione della sentenza.

In qualche modo, la Consulta ha accolto la memoria dell’Avvocatura dello Stato per la quale l’onere della contrattazione di livello nazionale, per il periodo 2010-2015, relativo a tutto il personale pubblico, non sarebbe stato inferiore a 35 miliardi, con “effetto strutturale di circa 13 miliardi” annui dal 2016. Un vero e proprio pericolo per i conti pubblici.

Secondo quanto calcolato da Confsal-Unsa, tra i promotori del ricorso contro la norma, senza la rivalutazione del passato l’impatto calcolato per il 2015 è di circa 600 milioni, ma il costo strutturale - tolti gli oneri di cassa - non dovrebbe superare i 300 milioni, mentre dal 2016 l’aggravio netto sui conti pubblici dovrebbe essere di circa 900 milioni.

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