L’equilibrio dei conti pubblici è essenziale e non può essere messo in pericolo, ma una maggiore flessibilità per i lavoratori e le lavoratrici che vogliono lasciare il posto di lavoro in anticipo rispetto ai requisiti di legge, con qualche forma di penalizzazione degli assegni, è possibile. Già a partire dalla prossima legge di Stabilità. Quel che sembrava ormai perso, torna ora alla ribalta.
Flessibilità in uscita nelle legge di Stabilità
L’apertura alla flessibilità in uscita è arrivata dallo stesso ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che intervenendo in Parlamento ha garantito: “Il governo è impegnato ad analizzare la questione a partire dalla legge di Stabilità e compatibilmente con il quadro di finanza pubblica”. Aggiungendo: “Ogni cambiamento del sistema pensionistico va attentamente valutato tenendo conto delle implicazioni per i conti pubblici”.
I riflettori di Padoan sono sempre puntati sui conti pubblici, ma a questo punto pare non sia da escludere un intervento sul fronte flessibilità in uscita già con la prossima legge di Stabilità. E il tempo è poco. Il provvedimento, infatti, deve essere presentato in Parlamento a metà ottobre.
La questione esodati
Nel suo intervento, il ministro dell’Economia ha parlato anche degli esodati. In particolare, ha detto: “Il Governo si impegna ad accertare le risorse per un nuovo definitivo intervento di salvaguardia e a cercare soluzioni per il recupero delle economie degli esercizi pregressi e il relativo utilizzo per gli esercizi successivi previa compensazione sui saldi di finanza pubblica nel rispetto degli obiettivi programmati”.
Sul tema è intervenuto anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il quale ha detto che la legge di Stabilità sarà il luogo dove verranno definite le “partite contabili” sugli esodati. In particolare, “verranno verificate le due salvaguardie ancora non chiuse e considerati i tempi per la piena utilizzabilità delle risorse”.
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