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Martedì 21 novembre riprende il confronto tra governo e sindacati sul fronte pensioni. I secondi punteranno a modifiche generali del meccanismo di adeguamento automatico dell’età di pensionamento all’aumento delle aspettative di vita, ma si tratterà anche sul fronte delle maggiori tutele per le lavoratrici con figli e degli assegni di garanzia per i giovani.

Per quanto riguarda le maggiori tutele per le lavoratrici con figli, la norma proposta dal governo ai sindacati il 7 settembre è già stata inserita in manovra.

Viene prevista la possibilità di andare in pensione prima con uno sconto di 6 mesi per figlio fino a un massimo di 2 anni. Ma i sindacati hanno chiesto un anno per figlio, fino a un massimo di tre anni. Hanno richiesto anche un riconoscimento del lavoro domestico e una sorta di “bonus contributivo” per l’assistenza a familiari malati o con handicap: un anno ogni cinque anni fino a un massimo di 4 anni per l’assistenza al coniuge o a un parente fino al secondo grado convivente.

Secondo quanto previsto, però, dall’ultimo testo del governo l’impegno a riconoscere il valore sociale del lavoro di cura e di maternità svolto dalle donne slitta al confronto nella prossima legislatura.

Per quanto riguarda l’assegno di garanzia per i giovani, dopo essere stato ipotizzato dal responsabile economico del Pd Tommaso Nannicini, la proposta su questo fronte è stata presentata dal governo ai sindacati al tavolo del 30 agosto.

L’idea è quella di aiutare le giovani generazioni a uscire con un assegno di vecchiaia di 650-680 euro, prima dei 70 anni e con 20 anni di contributi. Bisogna però aver maturato un trattamento pari a 1,2 volte l’assegno sociale (448 euro), invece dell’attuale 1,5.

Ma nel documento presentato sabato ai sindacati il governo ha chiesto di concordare “sulla necessità di continuare il confronto anche nella prossima legislatura” sui temi contenuti nel documento sottoscritto a fine settembre e non ancora affrontati. Con il paletto relativo al rispetto dei vincoli di bilancio e alla sostenibilità di medio-lungo termine della spesa pensionistica e del debito.

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