Si ha diritto allo stipendio dopo 6 mesi di malattia? Di seguito più informazioni sull'indennità INPS e come funziona.
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donna che controlla lo stipendio
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Ogni lavoratore dipendente subordinato ha diritto alla retribuzione nei giorni di assenza per malattia. La normativa generale prevede che sia l'INPS a farsi carico dell'indennità di malattia per un massimo di 180 giorni (6 mesi). Caso particolare sono i lavoratori del pubblico impiego che beneficiano di regole differenti per la durata e la misura dell'indennità: durante i primi 9 mesi di assenza, il lavoratore ha diritto a ricevere il 100% della propria retribuzione. 

Dal 10° al 12° mese, questa viene ridotta al 90%. Successivamente, dal 13° al 18° mese, l'indennità scende ulteriormente al 50% dello stipendio, mentre oltre il 18° mese non è più previsto nulla. Ma cosa accade in generale allo stipendio dopo i 6 mesi di malattia?

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È quindi diritto del lavoratore dipendente subordinato mantenere il diritto alla retribuzione nei giorni di assenza per malattia. Ma come viene pagata la malattia? La regola generale dell'INPS prevede che sia la suddetta a farsi carico della cosiddetta indennità di malattia: i primi tre giorni di malattia non sono coperti da indennità, ad eccezion fatta che nel contratto collettivo di riferimento non venga previsto chiaramente che il datore di lavoro sia tenuto a coprire la retribuzione durante il cosiddetto periodo di carenza. 

Dal 4° al 20° giorno di assenza l’indennità è pari al 50% della retribuzione media giornaliera percepita dal lavoratore nel mese precedente all'inizio della malattia, mentre dal 21° e fino al 180° giorno di assenza si scende ad un'indennità pari ai 2/3 (quindi il 66,66%) della retribuzione media giornaliera.

Da notare è che il contratto di lavoro potrebbe stabilire che il datore abbia l'obbligo di integrare l'indennità di malattia erogata dall'INPS, rendendo quindi l'importo il più vicino possibile allo stipendio percepito dal lavoratore.

controllo del portafoglio
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Chi paga e come viene pagata la malattia dopo i 180 giorni?

I giorni di malattia sono annuali o no? Il periodo massimo d'indennizzo di malattia per un tempo indeterminato sostenuto dall'INPS (che appunto paga) viene dunque calcolato nel corso dell'anno solare (1° gennaio - 31 dicembre); oltre il 180° giorno goduto, anche in maniera non continuativa, sopraggiunge il limite oltre il quale l'indennizzo per malattia non spetta ulteriormente.

Una domanda comune è relativa al conoscere quando si azzerano i giorni di malattia. Nel caso in cui il periodo di malattia termini dopo l'inizio dell’anno solare, e nell’anno precedente non è stato superato il limite massimo di 180 giorni, il conteggio viene azzerato il 31 dicembre. In questi casi quindi il periodo massimo indennizzabile è di ulteriori 180 giorni (a partire dal 1° gennaio). Nel caso sia stato superato il periodo massimo nell’anno precedente, all’inizio del nuovo anno l'indennità sarà usufruibile per 180 giorni ma in misura minore, ovvero per 2/3.

Cosa succede quando si superano i 6 mesi di malattia? 

Nel caso si superino i 6 mesi di malattia si può andare incontro a due opzioni

  • se si superano i 180 giorni garantiti d’indennizzo per malattia all'interno dello stesso anno solare, al lavoratore non spetta alcuna retribuzione, né da parte dell'INPS né dal datore di lavoro 
  • se il periodo di malattia è a cavallo fra due anni solari (quindi oltre il 31 dicembre), il conteggio si resetterà automaticamente il 1° gennaio permettendo, nella pratica, di essere in malattia anche per più di 180 giorni in modo continuativo. 

Inoltre è da tenere a mente che se si è superato il periodo massimo di malattia di 180 giorni in un anno solare, allo scattare del nuovo anno sarà possibile usufruire dell’indennizzo ma per solo per 2/3 della retribuzione.

persona al lavoro
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Dopo i 6 mesi di assenza da malattia si rischia il licenziamento? 

La risposta più breve è no, non si rischia il licenziamento dopo i 6 mesi di malattia. I 180 giorni in questione sono solamente il limite entro cui avere diritto alla malattia retribuita. 

Non bisogna quindi far confusione col cosiddetto periodo di comporto, ovvero il termine oltre il quale il datore di lavoro è autorizzato a licenziare il dipendente assente per malattia in modo continuativo. La normativa prevede che il dipendente ha diritto a conservare il posto di lavoro ad eccezione di quando viene superato il periodo di comporto oppure che la malattia stessa provochi uno scarso rendimento che di conseguenza comporti un danno per il datore di lavoro.

Cosa succede se ho un contratto a tempo determinato e non ho 6 mesi di malattia?

Non sempre un lavoratore assunto con un contratto tempo determinato e quindi a scadenza ha diritto a 180 giorni di malattia pagata. In questi casi l'indennità di malattia viene calcolata considerando il numero di giorni lavorati nei 12 mesi immediatamente precedenti, da un minimo di 30 a un massimo di 180 giorni.

Per fare un esempio, un lavoratore assunto da 4 mesi ha diritto a 120 giorni di indennità di malattia nell’anno solare. È dunque importante verificare le specifiche disposizioni del CCNL di riferimento per eventuali tutele aggiuntive. Da notare infine che i permessi per la malattia di un figlio vengono affrontati diversamente.

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