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Mutui: prosegue il trend positivo con erogazioni in aumento, ma resta da valutare l’effetto Brexit
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I primi tre mesi del 2016 hanno visto crescere le erogazioni di mutui rispetto allo stesso periodo del 2015. Secondo i dati del Bollettino Statistico II-2016 pubblicato dalla Banca d’Italia nel mese di luglio, le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 11.003 milioni di euro nel primo trimestre dell’anno in corso, segnando un aumento delle erogazioni pari a +55%, per un controvalore di +3.904,7 milioni di euro.

Come sottolineato dall’Ufficio studi del gruppo Tecnocasa, prosegue il trend positivo del mercato del credito: le erogazioni sono in aumento da due anni e per il quarto trimestre consecutivo superano i 10 miliardi di euro. Questo trend è suffragato anche dalle performance positive riscontrate mensilmente, che vedono incrementi importanti a partire dalla metà del 2014 e ancora elevati a marzo e aprile 2016, nonostante un lieve rallentamento della crescita.

Guardando ai numeri degli ultimi 12 mesi, sono stati erogati alle famiglie italiane finanziamenti per l’acquisto della casa per 45.152 milioni di euro. Il saldo annuo, se confrontato con quanto rilevato nei 12 mesi precedenti, segna un aumento dei volumi pari a +73,4%, per un controvalore di +19.109 milioni di euro.

Macroaree – Il primo trimestre 2016 vede un incremento delle erogazioni in tutte le macroaree. La performance migliore spetta al Sud Italia, dove i quasi 1.600 milioni di euro sono il 70,7% in più rispetto a quanto erogato nel primo trimestre 2015. L’aumento è solo leggermente inferiore (+68,7%) nelle Isole, che però hanno il minor volume di erogato, con quasi 700 milioni di euro tra Sardegna e Sicilia.

Il Nord-Ovest si conferma la macroarea dove si eroga di più, con più di 3,6 miliardi di euro, pari al 52,1% in più in raffronto all’anno scorso; performance migliore, invece, per il Centro Italia, che eroga quasi 2,8 miliardi di euro, ossia il 56,1% rispetto all’anno scorso. Il Nord-Est fa segnare un aumento del 45,4% su base annua e in questi primi tre mesi del 2016 eroga 2.305,6 milioni di euro.

Analizzando il periodo che va da aprile 2015 a marzo 2016 si registrano volumi in aumento in tutte le macroaree italiane. Il Meridione eroga 6,4 miliardi di euro e fa ancora segnare il miglior andamento, con un incremento quasi del 90%. Con un aumento dell’81,1% e volumi pari a 11,3 miliardi di euro, il Centro Italia si posiziona al secondo posto sia per andamento sia per totale erogato. Con 15 miliardi di euro, invece, è il Nord-Ovest l’area dove si eroga di più e i suoi volumi sono aumentati del 66,7%; la performance è simile nel Nord-Est, dove però i volumi sono 9.640 milioni di euro.

Regioni – Nel primo trimestre 2016 tutte le regioni italiane fanno segnare volumi in aumento, tra l’altro con variazioni importanti. La Basilicata raddoppia i propri volumi (+115,8%), subito dietro si posizionano Sardegna e Umbria, regioni in cui le erogazioni sono aumentate rispettivamente del 94,3% e 90,8%.

Province –  Nel primo trimestre 2016 solo 3 delle 110 province analizzate hanno evidenziato variazioni in diminuzione, comunque contenute, 14 province raddoppiano i propri volumi e addirittura Potenza li triplica (+201,5%).

Andamento delle consistenze – Nel primo trimestre 2016 si registra uno stock di mutui in essere pari a 295.147 milioni di euro, in leggera diminuzione rispetto al trimestre precedente (-0,5%), ma in lieve aumento in relazione allo stesso periodo dell’anno scorso (+0,4%).

Importo medio – Il ticket medio nazionale si è attestato a circa 109.500 euro, in aumento rispetto a quanto riscontrato nel primo trimestre 2015. La ripartizione geografica vede il Nord-Ovest in linea con il dato nazionale, le Isole a un livello leggermente inferiore mentre il Nord-Est e il Centro Italia si mantengono sopra il dato medio italiano; fa eccezione il Mezzogiorno che, pur superando la barriera dei 100.000 euro, si posiziona nettamente sotto.

Tassi d’interesse – Le dinamiche economico-finanziarie che stanno influenzando l’area Euro hanno spinto la Banca centrale europea a ritoccare più volte al ribasso il tasso di riferimento Bce. Dopo i tagli del 2013, che lo avevano portato a 0,25%, gli interventi sono continuati a breve distanza a giugno e settembre 2014, con una riduzione di 0,10 bps in entrambi i casi. Da allora il tasso è rimasto stabile a 0,05%, fino al fresco taglio di marzo 2016, che lo ha portato alla sua quotazione minima di sempre (0%).

Dai massimi di luglio 2011 (1,60%), il tasso Euribor (3 mesi) ha iniziato una parabola discendente che lo ha portato rapidamente a quota 0,19% a dicembre 2012, per attestarsi poco sopra 0,20% per tutto il 2013 e il 2014, salvo andare addirittura sottozero da maggio 2015. La quotazione di giugno 2016 è -0,27%.

Dopo aver mantenuto una media intorno al 3,4% nel 2011, l’Eurirs (25 anni) è sceso a giugno 2012 a quota 2,13% ma, contrariamente all’Euribor, è tornato a crescere fino a 2,75% a settembre 2013. Da quel momento ha iniziato la fase discendente che lo ha portato al suo nuovo minimo ad aprile 2015 con 0,82%, per poi riprendere quota a 1,12% a febbraio e marzo 2016 e scendere sotto quota 1% a giugno 2016.

Previsioni – Come segnalato dall’Ufficio studi del gruppo Tecnocasa, si avvertono i primi, ma comunque timidi, segnali di rallentamento della crescita iniziata ormai due anni fa.

Sebbene sia presto per trarre delle conclusioni, la Brexit potrebbe influenzare il settore creditizio e finanziario del nostro Paese.

In ogni caso, l’offerta continuerà a essere interessante e, con tutte le cautele del caso, le banche erogheranno maggiormente rispetto al passato. I principali indici di riferimento dei tassi sono ancora a livelli molto bassi, riducendo in questo modo il costo dei finanziamenti e creando nuove opportunità per il mercato e le famiglie.

Da segnalare, poi, le manovre adottate dalla Banca centrale europea allo scopo di sostenere i finanziamenti a famiglie e imprese, come testimoniato recentemente dal taglio dei tassi di interesse sui depositi e dal proseguimento del Quantitative Easing. Resta da capire come la Bce e le istituzioni europee si muoveranno dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

Inoltre bisogna considerare le prospettive economiche e l’andamento del mercato del lavoro, che crescono troppo lentamente, nonché il livello del contenzioso dei mutui condizionato dalla situazione economica del nostro Paese.

Sebbene più morbide rispetto al passato, le politiche di erogazione rimarranno prudenziali per tutto il 2016 e la qualità del portafoglio degli istituti continuerà ad essere un fattore determinante che condizionerà le politiche di erogazione nei prossimi mesi.

Il 2015 si è chiuso con un aumento delle erogazioni rispetto a quanto rilevato nel 2014, anche per effetto della significativa crescita dei finanziamenti di surroga. Il 2016 è iniziato bene e dovrebbe continuare così per tutto l’anno, ma con una riduzione delle erogazioni relative alle surroghe.

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