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Case intelligenti che impazziscono: la serie “Mr Robot” mostra i pericoli delle abitazioni del futuro
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La seconda stagione della serie “Mr Robot” ha portato sullo schermo una delle paure più comuni associate allo sviluppo della tecnologia: il timore che essa si rivolti contro i proprietari. Nella fiction Usa, realizzata per ricordare i pericoli di Internet, una casa intelligente smette di rispondere ai comandi della sua proprietaria e la perseguita fino a quando la donna si trova costretta a lasciare l’immobile, incapace di riprenderne il controllo.

SPOILER ALERT! Se non volete sapere cosa succede, smettete di leggere

Con una narrazione tipica di un piccolo film horror, Susan Jacobs, avvocato di una multinazionale fittizia che appare nella serie, torna nel suo appartamento futuristico pronta per una nuotata nella piscina coperta. Ma le cose cominciano a non funzionare come dovrebbero.

In un primo momento, l’allarme si spegne, il proiettore si accende automaticamente e lo schermo scende dal soffitto. Nonostante il piccolo caos, l’avvocato riesce a sistemare tutto con un tablet, da cui gestisce i dispositivi nelle ​​diverse stanze della casa.

Case intelligenti che impazziscono: la serie “Mr Robot” mostra i pericoli delle abitazioni del futuro
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Poi la protagonista della serie va a nuotare, ma viene interrotta dalle luci che cominciano a lampeggiare e da “Le Nozze di Figaro” che parte in autonomia. Quando sembra essere tutto sistemato, va a fare una doccia. Ma l’acqua comincia a scorrere molto calda. Troppo.

Il termostato è impazzito. Tutta la casa continua a non obbedire: si accende il proiettore, si attiva l’allarme e suona il telefono. Così decide di contattare la società incaricata del sistema, che suggerisce di scollegare il tutto. La protagonista decide allora di uscire di casa.

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Si tratta di una serie tv e oggi la tecnologia non è ancora tanto avanzata, ma la storia non è completamente inverosimile. Vari studi, infatti, mettono in guardia dall’utilizzo esasperato della tecnologia in casa. Bisogna sempre mantenere un certo controllo.

Diversi esperti hanno evidenziato potenziali problemi di sicurezza che possono verificarsi in edifici intelligenti e numerosi studi hanno provato che sferrare un attacco non è molto difficile.

Già nel 2013, Kashmir Hill è stato in grado di prendere il controllo di diverse case della piattaforma Insteon e di modificare le luci, l’acqua calda e la pompa dell’acqua. Non solo, è riuscito ad accedere anche a informazioni private di diversi utenti, compresi gli indirizzi IP ei nomi dei membri della famiglia, tra cui i bambini.

Ma non è stato il solo a fare una cosa di questo tipo. I ricercatori dell’Università del Michigan sono riusciti a sbloccare porte e connettere gli allarmi antincendio in diverse case della piattaforma SmartThings di Samsung.

E, nel 2014, un altro gruppo di scienziati ha dimostrato che si può assumere il controllo dei dispositivi delle case intelligenti di Belkin WeMo. In realtà, e per disgrazia dei fan dei dispositivi intelligenti, quasi tutto quello che è connesso a Internet è suscettibile di attacco, compreso le automobili, i frigoriferi e i dispositivi medici. Anche le Barbie.

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Alla luce di questi studi, “Mr Robot” non sembra così lontana dalla realtà. E forse questa è una delle ragioni per cui la diffusione delle case intelligenti non è così imminente. A tutti questi problemi di sicurezza va aggiunta inoltre la riluttanza di alcuni utenti, che credono che una casa con queste caratteristiche possa spiarli.

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