Stampa 3D in architettura, ecco il padiglione del Politecnico di Milano

Architettura e stampa 3D vanno sempre più d’accordo. L’ultimo esempio ci porta al Politecnico Milano, dove è stato presentato Trabeculae Pavilion, un padiglione leggero completamente stampato in 3D, che unisce i più recenti sviluppi della stampa tridimensionale con il disegno computazionale basato su logiche naturali.
Questo prototipo (risultato della ricerca di Roberto Naboni durante il suo dottorato presso il Politecnico di Milano, assieme ad un team di specialisti in progettazione architettonica sperimentale) trova nella stampa tridimensionale una risposta al problema della scarsità di risorse materiali.
È stata utilizzata una tecnica di costruzione basata su un processo di fabbricazione additiva, che permette di costruire una forma architettonica concepita secondo logiche materiali che reagiscono in modo adattivo agli sforzi strutturi. Cinque stampanti WASP hanno lavorato H24.
Il padiglione è un guscio la cui forma risponde in modo efficiente e adattivo alle condizioni strutturali, realizzato da 352 componenti che formano una superficie totale di 36 metri quadri, creato grazie all’estrusione di 112 chilometri di filamento di bio-polimero ad alta resistenza.
Quindi sono stati creati degli algoritmi per progettare strutture ad alta efficienza, che minimizzano l’uso di materiale da costruzione tramite continue variazioni di dimensione, topologia e sezione.
Lo stesso Naboni ha spiegato: “Gli ultimi decenni hanno testimoniato una crescita esponenziale nella richiesta di materiali grezzi a causa della continua urbanizzazione e industrializzazione delle economie emergenti. Il nostro obiettivo è quello di esplorare un nuovo modello costruttivo: avanzato, efficiente e sostenibile”.