In arrivo le prime misure del governo
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Alluvione Emilia-Romagna
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Sono in arrivo le prime misure del governo per fronteggiare l’emergenza causata dall’alluvione in Emilia-Romagna. I danni sono ingenti. Solo per quanto riguarda l’area intorno a Ravenna, si parla di oltre 3.000 edifici colpiti. A renderlo noto i dati raccolti dal Rapid Mapping Team del Copernicus Emergency Management. E nell’esprimere solidarietà della categoria alle popolazioni coinvolte, il presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri ha sottolineato: “Dovremo ripensare alle capacità idrauliche dei nostri edifici e, più in generale, alla loro sicurezza tenendo presente la realtà del nostro territorio e gli oggettivi cambiamenti climatici in atto”.

“Gli edifici non sono progettati per fronteggiare queste situazioni”

Tramite una nota, il presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri, Angelo Domenico Perrini, ha fatto sapere: “Desidero esprimere, a nome del Consiglio Nazionale e di tutti gli ingegneri italiani, la massima solidarietà alle popolazioni dell’Emilia-Romagna colpite in questi giorni da una tremenda emergenza legata al maltempo”.

E ha sottolineato: “Dobbiamo partire dalla considerazione che gli edifici non sono progettati per fronteggiare queste situazioni, per essere invasi dall’acqua sin dalle fondamenta. Questo comporta che, passata l’emergenza, occorrerà valutarne il livello di sicurezza”. Aggiungendo: “Da questo punto di vista, come ingegneri e come professionisti tecnici, disponiamo di un organismo come la Struttura Tecnica Nazionale che agirà a supporto della Protezione Civile attraverso sopralluoghi che consentiranno di valutare i danni”.

Alluvione Emilia-Romagna
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“Dovremo ripensare la sicurezza degli edifici considerando i cambiamenti climatici in atto”

Il presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri ha poi affermato: “Dobbiamo prendere atto del fatto che viviamo in un territorio fortemente a rischio sul piano idrogeologico. Sono circa 7 milioni gli italiani che vivono in zone ad elevato rischio. A tutto questo dobbiamo aggiungere il fatto che su questo territorio così fragile si è costruito molto, forse troppo e senza una corretta pianificazione. A queste difficoltà si aggiunge poi la scarsa manutenzione. In queste condizioni, se si verifica un evento per cui in poche ore cadono le stesse quantità di pioggia normalmente registrate in tre o quattro mesi è facile attendersi dei disastri”. E ha evidenziato: “Questa realtà impone anche a noi ingegneri di ragionare in maniera diversa. Dovremo ripensare alle capacità idrauliche dei nostri edifici e, più in generale, alla loro sicurezza tenendo presente la realtà del nostro territorio e gli oggettivi cambiamenti climatici in atto”.

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Alluvione Emilia-Romagna 2023, le zone colpite

La Regione Emilia-Romagna, attraverso un comunicato, ha fatto sapere ieri che erano ancora 43 i Comuni coinvolti dagli allagamenti e, sul versante del dissesto idrogeologico, risultavano attive almeno un migliaio di frane, di cui circa 305 più significative concentrate in 54 Comuni.

Sul fronte della viabilità, erano ancora 622 le strade chiuse, di cui 225 chiuse parzialmente e 397 totalmente. Nel complesso, 236 a Bologna, 201 in provincia di Forlì-Cesena, 139 nella provincia di Ravenna e 46 nel riminese.

Per oggi è confermata l'allerta rossa, ma in un'area inferiore. I livelli idrometrici si stanno abbassando, rimane tuttavia alta l'attenzione a causa della difficoltà di smaltimento delle acque esondate.
 

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