Stati Uniti, i piccoli investitori stanno dominando i grandi fondi negli acquisti immobiliari

Uno studio recente conferma che nel mercato immobiliare statunitense oltre il 90% delle case di proprietà degli investitori appartiene a piccoli proprietari con meno di 11 immobili. Secondo il rapporto, la maggior parte degli immobili viene utilizzata per affitti a breve termine, sebbene le restrizioni rendano sempre più redditizio tornare agli affitti tradizionali. Inoltre, quando questi piccoli investitori vendono i loro immobili, la maggior parte viene venduta ad acquirenti tradizionali che utilizzano la casa come spazio abitativo.

I proprietari con un numero di immobili compreso tra 1 e 50 controllano il 95% del patrimonio immobiliare residenziale, a conferma che l'affitto di case rimane in gran parte un'attività commerciale piuttosto che aziendale. A dirlo l'ultimo rapporto "Investor Pulse" di CJ Patrick Co. e BatchData.

Nel secondo trimestre del 2025, il 33% di tutti gli acquisti di case negli Stati Uniti è stato effettuato a scopo di investimento, il livello più alto degli ultimi cinque anni. Ma questo boom non è dovuto a un improvviso aumento degli acquisti di case a scopo di investimento, si deve invece al ritiro dal mercato da parte degli acquirenti tradizionali a causa delle limitazioni nel sostenere i costi degli alloggi.

Con i tassi di interesse sui mutui al 6,3% all'inizio di ottobre, la proprietà di una casa è diventata irraggiungibile per molte famiglie a medio reddito. Di conseguenza, gli investitori con una buona liquidità sono gli unici a mantenere attive le transazioni immobiliari.

Anche negli Stati con i tassi più elevati di investimenti immobiliari, non sono i grandi fondi di investimento a guidare la tendenza. Nel Maine (31,1%), nel Montana (31%), in Alaska (27,2%) e nelle Hawaii (26%), predominano i piccoli proprietari di case. Questi Stati hanno la più alta percentuale di abitazioni di proprietà di investitori negli Usa. La stragrande maggioranza di questo patrimonio immobiliare è però nelle mani di privati ​​e piccole aziende, non di grandi investitori.

Si tratta principalmente di piccoli investitori immobiliari locali con poche proprietà. Molti si concentrano su immobili più datati che necessitano di ristrutturazione e cercano di generare un reddito dalla locazione stabile e a lungo termine.

Secondo il rapporto, i piccoli investitori sono più propensi a ristrutturare case più vecchie e ad offrire affitti a lungo termine, soprattutto nelle aree in cui l'accessibilità economica o la geografia limitano la costruzione di nuove abitazioni.

I piccoli investitori sono da tempo i principali attori degli investimenti immobiliari. L'attività dei grandi investitori è ripresa durante la pandemia, quando gli affitti e i prezzi delle case sono aumentati rapidamente, ma anche in quel caso i fondi di grandi dimensioni non erano la maggioranza a livello nazionale.

Non tutte le case di proprietà degli investitori vengono utilizzate per affitti turistici. Gli investitori possono ancora trovare valore nella domanda di affitti a lungo termine, nel potenziale di ristrutturazione e nella rivalutazione in destinazioni di lusso attraenti.

Sebbene l'attività degli investitori sia in aumento, il rapporto chiarisce anche che molte case di proprietà degli investitori non rimangono nelle loro mani per sempre.

Nel secondo trimestre, il 60% delle vendite degli investitori è andato ad acquirenti tradizionali, contribuendo a ricostituire il patrimonio immobiliare di proprietà anziché ridurlo. E con i grandi istituti che si ritirano dal mercato degli affitti unifamiliari, vendendo più case di quante ne abbiano acquistate, i piccoli investitori stanno mantenendo sempre più stabili i mercati locali.