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L'amministrazione Trump ha iniziato a vagliare alcune proposte proprio mentre si avvicina la fine del suo primo anno di mandato, probabilmente in risposta alla presa di consapevolezza che le sue politiche economiche non stanno aiutando gli americani a far fronte agli elevati prezzi delle case e alle difficoltà di accesso ai finanziamenti ipotecari, con tassi di interesse superiori al 6%.

Inizialmente, Donald Trump aveva sollevato la possibilità di offrire mutui a 50 anni, rispetto all'attuale media di 30 anni, per contribuire a risolvere il problema dell'accessibilità economica degli alloggi. "Significherebbe pagare meno ogni mese", aveva sostenuto il presidente. Ma il settore era immediatamente insorto e Trump stesso aveva fatto marcia indietro.

Gli esperti immobiliari respingono l'idea, considerandola un modello che offre scarso sollievo dai costi dei mutui e, a lungo termine, danneggia i proprietari di case. L'idea potrebbe aumentare gli interessi pagati dai proprietari di case, ostacolare l'accumulo di capitale e stimolare la domanda, il che a sua volta farebbe ulteriormente aumentare i prezzi delle case in un mercato con una carenza di offerta.

Più di recente, il direttore della Federal Housing Finance Agency (FHFA), Bill Pulte, ha dichiarato che si sta valutando l'implementazione dei cosiddetti "mutui trasferibili", ovvero la possibilità di consentire ai proprietari di case che acquistano una nuova casa tramite un mutuo ipotecario di mantenere i tassi di interesse del loro mutuo attuale.

La FHFA supervisiona Fannie Mae e Freddie Mac, le due entità sostenute dal governo che garantiscono più della metà dei mutui negli Stati Uniti. Secondo alcuni analisti, i mutui trasferibili potrebbero contribuire ad alleviare il collo di bottiglia nelle vendite dovuto al cosiddetto effetto lock-in, per cui gli attuali proprietari di case sono restii a mettere le loro case sul mercato e a trasferirsi per paura di perdere i vantaggi di avere tassi ipotecari bassi rispetto all'offerta attuale.

Secondo Redfin, poco più della metà dei proprietari di case con mutuo ha un tasso inferiore al 4%. Tuttavia, i tassi medi si sono mantenuti tra il 6% e il 7% negli ultimi anni.

L'accesso all'alloggio è tornato a essere una questione politica dopo i recenti risultati elettorali a New York e in altri stati in cui l'edilizia abitativa ha avuto un ruolo significativo. I repubblicani, infatti, hanno conseguito risultati deludenti.

Dall'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, i prezzi delle case non hanno smesso di aumentare e, sebbene i tassi di interesse sui mutui siano stati ridotti dal loro picco massimo al livello attuale (6,22%), sono ancora più del doppio rispetto al tasso registrato solo pochi anni fa.

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