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Il Caffè Greco è sotto sfratto, ecco perché rischia di sparire uno dei locali simbolo di Roma
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Oltre due secoli e mezzo di storia sotto sfratto. La legge della domanda e dell’offerta ha presentato il conto al Caffè Greco di via Condotti. Il provvedimento scatterà il 25 luglio.

Per quella data, allo stato attuale delle cose, dovrebbe interrompersi una storia che dura dal 1760. Le mura dell’Antico Caffè Greco, sin dalla sua fondazione, ospitato personalità di inestimabile levatura. Basti pensare che è stato il ritrovo preferito di intellettuali e artisti come Byron, Andersen, Wagner, Leopardi, Levi, Goethe, Keats, Joyce, Welles, Canova, Guttuso, Pasolini, Moravia, Nietzsche e Schopenhauer solo per citarne alcuni dei più celebri.

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Il contratto d’affitto del locale al numero 86 di via Condotti, però, era scaduto già a settembre 2017. L’ufficiale giudiziario, in questi giorni, ha constatato la non volontà del gestore di consegnare le chiavi nonostante la sentenza del Tribunale civile che ordina il rilascio a marzo scorso. Lo sfratto, quindi, è rimandato di un mese e mezzo.

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L’Ospedale Israelitico di Roma è proprietario delle mura e ha fatto sapere che, dalla scadenza del contratto d’affitto a oggi, non ha ancora ricevuto un’offerta di rinnovo congrua. Gli accordi in essere fino al settembre 2017, prevedevano un canone di 16mila euro al mese da parte di chi ha gestito il Caffè Greco per vent’anni.

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Ma finora sarebbero arrivate diverse offerte molto più allettanti (verosimilmente da marchi di lusso, considerata la posizione strategica del locale in via Condotti). Come riportato dal Corriere della Sera, Giovanni Naccarato, direttore generale dell’Israelitico, ha infatti dichiarato: “I mancati affitti, secondo i nostri calcoli, raggiungono quasi due milioni e mezzo di euro”, specificando anche che si tratta di “soldi che avremmo investito nella sanità laziale e, dunque, sottratti a tutti i cittadini. Servivano anche per l’acquisto di nuove apparecchiature mediche”.

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