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Condono preventivo, prima la domanda e poi l'abuso

Doveva essere mini (vedi notizia) anche il condono edilizio del 2003, ma allora lo si definì light. Fatto sta che a quanto pare tanto piccolo non fu, visto che ci fu addirittura chi presentó domanda di sanatoria preventiva: prima pagò il condono e poi costruì le casa abusive. Guardando le foto dall'alto se ne possono avere le prove

C'è chi ha tirato su muri, chi ha messo le tegole sul tetto, chi ha scavato un buco per una piscina, casi da manuale di abusivismo edilizio, casi in cui con una sanatoria il proprietario puó mantenere la costruzione abusiva, anche nel caso in cui avesse costruito in cima ad uno stabile di via san Vincenzo, a Roma, accanto alla fontana di trevi. Ma sono vari i casi di condono preventivo che si possono scovare semplicemente mettendo a confronto le foto aeree di una città come Roma scattate a distanza di un anno l'una dall'altra. L'annata è quella 2003-2004, subito dopo la terza sanatoria berlusconi

La scoperta è stata fatta dai tecnici di gemma, la società privata che a Roma gestisce le 3.713 pratiche del condono edilizio sorte solo dopo l'approvazione della sanatoria. Le domande totali, invece, sono 597 mila, come se 4,2 residenti romani avessero chiesto di sanare una casa. La possibilità di beccare i casi di abusivismo regolarizzato ancora prima che venisse commesso, è data dalle foto aeree che la società gemma ha scattato nel 2003

In più esiste un programma chiamato vista, e utilizzato anche questo a Roma da gemma, in grado di sovrapporre le foto dall'alto con le mappe catastali e altri dati, tecnica praticamente infallibile per scovare i furbetti del condono preventivo. Ma come e se siano state utlizzate prima queste tecniche di rilevazione anche in altre città non è dato saperlo
 

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